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Immigrati: Forlani, strategia accoglienza non condiziona chi sfrutta

21 aprile 2015 | 18.39
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Per il dg Immigrazione del ministero del Lavoro, "più che di emigrazione si deve parlare di tratta di esseri umani".

Natale Forlani
Natale Forlani

"Quello che sta accadendo in questi giorni è un qualcosa di profondamente diverso dal tema dell'immigrazione 'storico', quello cioè che abbiamo affrontato qui in Italia dal 2000 in poi. Ed è diverso non solo per i numeri, ma per le sue caratteristiche, per chi organizza i viaggi dei migranti, per i Paesi di provenienza, per i contesti sociali e ambientali. E' uno scenario inedito, ma una cosa è certa: non è la cosiddetta strategia dell'accoglienza che risolverà il problema, che condizionerà chi ha deciso di sfruttare i migranti". Lo dice a Labitalia Natale Forlani, direttore generale dell'Immigrazione e delle politiche di integrazione del ministero del Lavoro.

"Qui più che di emigrazione si deve parlare di tratta di esseri umani -spiega Forlani- e i trafficanti, qualsiasi strategia di accoglienza venga decisa, si adattano immediatamente". "Se avviciniamo di più alle coste africane i nostri mezzi navali -osserva- i trafficanti abbassano i livelli di sicurezza dei barconi e li mandano alla deriva; se chiudiamo una rotta, i trafficanti ne percorrono un'altra". Insomma, ribadisce Forlani, "non è la strategia sull'immigrazione, sia che la si pensi 'a maglie larghe', sia che la si pensi 'a maglie strette', né la ridistribuzione sui Paesi europei che farà la differenza".

Anche sulla revisione dei trattati europei, in particolare su quello cosiddetto di 'Dublino 3', Forlani nutre dei dubbi: "Dublino era stato fatto per gestire quote di richiedenti asilo con caratteristiche molto diverse. Ora le fughe sono solo in parte legate a singoli Paesi come la Siria. Sono piuttosto tratte organizzate di esseri umani. La soluzione a questo dramma -conclude Forlani- è affidata solo alla politica estera e a interventi sul campo, come ci dimostra il caso Albania di qualche anno fa".

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