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1 maggio: Nigi (Confsal), non è una festa perché il lavoro manca

30 aprile 2015 | 18.07
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Per il sindacato autonomo, "quello che il governo ha fatto non ha creato lavoro, ha creato una grande confusione"

Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal
Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal

"La Confsal la Festa del lavoro non la celebra, perché non è una festa: il lavoro manca ed è una grande preoccupazione". Ad affermarlo a Labitalia è Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal, alla vigilia del Primo maggio.

Per il sindacato autonomo, "quello che il governo ha fatto non ha creato lavoro, ha creato una grande confusione". "Ha trasformato dei lavori a tempo determinato in tempo indeterminato - avverte - togliendo le tutele. Quindi, ha fatto solo risparmiare ottomila euro all'anno ai datori di lavoro per i contributi e ha aggravato le casse dello Stato di ottomila euro per ogni dipendente che è passato dal tempo determinato al tempo indeterminato, ma non ha accresciuto i posti di lavoro".

"Invece il governo si sta attardando a fare quelle cose che sarebbero necessarie - sottolinea Nigi - per l'incremento dell'occupazione. Prima fra tutte, una revisione vera del fisco, perché abbassando le tasse si favorirebbero più consumi e questi creerebbero posti di lavoro, ma anche una lotta all'evasione vera e non a chiacchiere rincorrendo chi non dà lo scontrino per il caffè. Una vera lotta all'evasione, che poi è corruzione, che possa consentire l'ingresso di soldi che verrebbero detratti dalla diminuzione delle imposte ai lavoratori".

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