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Lavoro: Federalberghi, nel 2013 turismo perde 4,1% occupati

18 maggio 2015 | 10.28
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Bocca. "Settore in grado di offrire nuova occupazione se ci fosse una vera politica turistica"

Lavoro: Federalberghi, nel 2013 turismo perde 4,1% occupati

Il settore turistico ha perso il 4,1% di lavoratori dipendenti nel 2013 rispetto al 2012. È quanto emerge dal Datatur 2015, una pubblicazione di Federalberghi su dati Inps, che fotografa in sintesi il settore nelle sue varie sfaccettature e che è stato presentato nei giorni scorsi, a Como, nel contesto della 65ma Assemblea generale ordinaria. Il comparto ricettivo con una media annua di oltre 222mila occupati (su un totale di oltre 957mila unità), ha segnato un calo del 4,3%.

Nel dettaglio della tipologia di lavoro, i servizi ricettivi sono stati composti da 170mila lavoratori full time e quasi 52mila lavoratori part time. I lavoratori stranieri impegnati nei servizi ricettivi nel 2013 sono stati quasi 60mila. In generale, le donne sono state 144 mila rispetto ai quasi 88mila uomini. Le regioni col maggior numero di occupati nell'intero settore è stata la Lombardia con quasi 175mila lavoratori, seguita dall'Emilia Romagna con oltre 98mila occupati, dal Lazio con oltre 96mila e dal Veneto con oltre 95mila.

"Come si vede -commenta il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca- ci troviamo di fronte a numeri importanti che potrebbero facilmente lievitare, a tutto vantaggio del mercato del lavoro e dell'economia nazionale, se ci fosse davvero una politica del turismo che, dal Secondo dopo Guerra ad oggi, il nostro Paese non ha mai visto né realizzata né perlomeno seriamente impostata".

E gli albergatori molto preoccupati per il calo delle presenze registrato in primavera, soprattutto da parte dei turisti italiani. "Pur a fronte di un modestissimo +0,8% di presenze da gennaio ad aprile negli alberghi italiani, preoccupa fortemente il calo dell'1,5% registrato nei mesi primaverili, dato che stigmatizza la gravità della crisi economica e lascia incognite in vista dell'estate", commenta il presidente Bocca. Nel dettaglio, il calo di marzo-aprile è stato pari a un -3,4% per gli italiani e a un irrisorio +0,4% per gli stranieri. "Mentre a stento la componente straniera riesce a stare a galla -sottolinea Bocca- spaventa il quasi crollo della clientela italiana, dalla quale ci aspettavamo una ripresa sulla scia sia delle misure economiche adottate dalla Bce sia da quelle varate dal governo con gli 80 euro in busta paga e l'opzione di avere sempre in busta paga l'anticipo del Tfr".

Questa imprevista battuta d'arresto, oltre ad assottigliare ulteriormente il giro d'affari delle strutture ricettive, si è riverberata anche sul contingente dei lavoratori, che nel bimestre hanno registrato appunto una flessione dell'1,8% determinato da un -1,6% di occupati a tempo indeterminato ed un -2% di quelli a tempo determinato. "Occorre dunque intervenire con urgenza -enfatizza Bocca- con misure che riguardino l'estensione della deduzione dalla base imponibile Irap introdotta dalla legge di stabilità anche con riferimento ai contratti di lavoro stagionali e la revisione della nuova assicurazione sociale per l'impiego (Naspi) che nella sua attuale formulazione comporta una drastica riduzione della copertura assicurativa per i lavoratori soprattutto quelli che verranno impegnati nell'ormai imminente stagiona estiva".

"Ma non basta -conclude Bocca- perché il peso che ha raggiunto la tassazione sugli immobili, nelle sue diverse componenti, è ormai insostenibile. Stimiamo che nel 2014 gli alberghi italiani abbiano pagato circa 893 milioni di euro solo di Imu e Tasi. E poi l'handicap nel rilascio dei visti turistici e la limitazione dell'utilizzo del contante contribuiscono a non avvicinare al mercato italiano ulteriori flussi dall'estero, dirottandoli nostro malgrado verso destinazioni più attente alle esigenze di una clientela che vuole viaggiare senza essere inseguita o ostacolata da vincoli e pastoie burocratiche".

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