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Mestieri: una mostra racconta 'La regola del talento'

25 maggio 2015 | 14.00
LETTURA: 4 minuti

Collaborazione tra Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e Cdi con sostegno Fondazione Bracco

Mestieri: una mostra racconta 'La regola del talento'

Dal sodalizio tra Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e Cdi - Centro diagnostico italiano, con il sostegno di Fondazione Bracco, nasce l'esposizione fotografica di Laila Pozzo, che vuol essere un viaggio affascinante all’interno del saper fare di eccellenza nel nostro Paese. La mostra si basa sul volume 'La regola del talento. Mestieri d’arte e Scuole italiane di eccellenza' (Marsilio Editori, marzo 2014), un progetto di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, realizzato con il sostegno della Fondazione Deutsche Bank Italia.

“Nell’anno di Expo abbiamo pensato di coniugare una delle eccellenze italiane, l’alto artigianato, con il nostro progetto Diventerò di Fondazione Bracco, portando a conoscenza di un pubblico vasto i talenti che continuano a essere tramandati ai giovani, a cui nelle sedi di gloriose scuole, oltre agli insegnamenti tecnici oggi spesso integrati da metodologie innovative, viene trasmessa anche la passione del 'saper fare', elemento indispensabile della creazione artistica”, dichiara Diana Bracco, presidente della Fondazione Bracco.

Per questo progetto, si sono aperte per la prima volta le porte di alcune delle più importanti Scuole italiane di arti e mestieri, fiore all’occhiello della nostra offerta formativa. Le immagini saranno esposte a Milano, nella sede del Cdi, in via Saint Bon 20, da domani, 26 maggio, al 31 ottobre.

"A questi istituti, che spesso vantano una storia secolare, è demandato il ruolo straordinario - sottolinea una nota - di tenere in vita e trasmettere un patrimonio assolutamente unico di competenze e saperi. Formare e sostenere le nuove generazioni di maestri d’arte significa promuovere e proteggere la grande tradizione italiana di cultura, bellezza e saper fare: una necessità oggi più che mai vitale anche per il nostro sistema economico e produttivo".

"Queste Scuole ci appaiono, nel coinvolgente racconto che si snoda attraverso le splendide immagini inedite realizzate dalla fotografa milanese, non templi o santuari del sapere ma luoghi vivi, fucine in cui il talento si coniuga ogni giorno con la perizia manuale, la tradizione si rinnova e l’insegnamento passa attraverso l’esempio e la pratica laboratoriale, secondo la lezione sempre vitale della bottega rinascimentale, che qui rivive felicemente", spiega.

"Spesso la tradizione si rinnova attraverso l’uso delle più avanzate tecnologie. Ne sono esempio le quattro grandi Scuole di restauro di alta formazione, a Roma, Firenze e Torino, che rappresentano un polo di eccellenza riconosciuto a livello internazionale e devono la loro autorevolezza anche all’avanzato livello tecnologico dei loro laboratori, alleati preziosi di un saper fare unico al mondo", prosegue.

Ma la tradizione è vitale e in continua evoluzione in tutti i settori di attività cui le scuole presenti nel volume fanno riferimento: dal mosaico (Scuola Mosaicisti di Spilimbergo) al vetro (Scuola del vetro di Murano) alla ceramica (con gli storici istituti d’arte di Faenza e Caltagirone); dall’oreficeria (Istituto d’arte Pietro Selvatico di Padova) all’orologeria (Tarì Design School di Marcianise), all’incisione dei metalli (Scuola dell’arte della medaglia di Roma); dalla pelletteria (Alta Scuola di Pelletteria italiana di Scandicci) alla calzatura (Politecnico Calzaturiero di Vigonza), alla sartoria (Scuola di Sartoria Nazareno Fonticoli di Penne); dai mestieri della scena teatrale (Accademia Teatro alla Scala di Milano) alla liuteria (Scuola internazionale di Liuteria, Cremona), fino all’enogastronomia (Alma, La Scuola internazionale di cucina italiana a Colorno).

"Lo sguardo lucido e poetico di Laila Pozzo - aggiunge la nota - ci racconta il valore dell'impegno e della dedizione, la quotidiana passione, l'intensità del rapporto fra maestri e allievi: nelle sue immagini rivive per noi tutta la bellezza del lavoro artigiano fatto a regola d'arte, in queste Scuole che rappresentano oggi più che mai il prezioso argine alla perdita definitiva degli antichi saperi della creatività italiana".

Ogni anno il Cdi accoglie oltre 350.000 pazienti nelle 22 sedi e la mostra ‘La regola del talento’ e le precedenti esposizioni ospitate intendono aprire i suoi spazi a un pubblico ancora più ampio, avvicinandosi alla comunità con iniziative culturali di valore. Infatti, il Cdi ritiene che anche la bellezza e la cultura siano parte di quel benessere e salute che secondo la sua mission il Centro si prefigge di promuovere.

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