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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

26 maggio 2015 | 10.19
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Poletti: "La semplificazione della rappresentanza è un tema reale, che investe sia i sindacati che le associazioni datoriali"

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"In quattro mesi c'è stato un significativo incremento dei contratti a tempo indeterminato mentre si sono ridotte le tipologie di lavoro precario. Un fatto positivo perché la precarietà crea svantaggi non solo alle persone, ma a tutto il sistema economico. La semplificazione della rappresentanza è un tema reale, che investe sia i sindacati che le associazioni datoriali. Se in Italia abbiamo molte associazioni per ogni categoria è soprattutto per ragioni di ordine culturale e politico, come dimostrano i tre filoni di derivazione: cattolico, socialista e laico. Oggi è legittimo chiedersi se le ragioni di queste divisioni siano tuttora valide". Così, in un'intervista a 'Il Corriere della Sera', il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

"Un problema che si potrebbe definire di ordine inferiore: tuttaltro che trascurabile, ma lontanissimo dal 175% del pil greco. E' su questo che si svolge veramente lo scontro attuale: i creditori centellinano i versamenti per ottenere effettive riduzione della spesa pubblica improduttiva, i greci minacciano di far precipitare tutto. Non sono possibili trasferimenti di ricchezza rilevanti e permanenti da un paese all' altro senza determinare reazioni elettorali nel paese. Dall'altro, chi sa come funziona un sistema economico moderno è consapevole che una parte molto rilevante del prodotto potenziale proviene da fattori produttivi solo limitatamente versatili: macchinari, sistemi logistici, reti distributive, ma persino software e capacità umane sono ormai a un livello elevato di specializzazione, necessario a dare elevata produttività". Così, in un'intervista a 'Il Messaggero', Gian Maria Gros-Pietro, presidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo.

"La nostra contrarietà riguarda due aspetti e non penso sia una posizione isolata: le adozioni e la spesa sociale, a partire dalla reversibilità delle pensioni. Nel primo caso, riteniamo che i diritti dei minori abbiano la precedenza sui desideri degli adulti. Posso capire il desiderio delle coppie omosessuali di educare figli, ma non può non prevalere il diritto dei minori a crescere nella diversità genitoriale. Quanto alla reversibilità delle pensioni, che ci costano oltre 40 miliardi all' anno, verrebbe meno il già faticoso equilibrio del nostro welfare". Così, in un'intervista a 'La Stampa', Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato.

"La soluzione, probabilmente, è il riallineamento del debito a medio termine di 7 miliardi che pende sul collo di Atene: è la sola strada percorribile se si vuole evitare il default. E la soluzione l' ha indicata la Merkel, che ha coinvolto la Bce (che ha già risposto positivamente annunciando l'acquisto dei titoli di stato greci), il Fmi stesso e infine la Commissione europea. E' evidente che tutto ciò non sarà gratis per la Grecia, ma il suo governo dovrà di necessità essere più netto nel delineare le riforme che dovrà avviare quanto prima mediando con le promesse elettorali. Insomma, tutto si decide politicamente". Lo scrive su 'Il Messaggero', l'economista Giulio Sapelli.

"La Grecia è tornata a un avanzo primario (cioè senza tener conto del pagamento degli interessi sul debito) nel 2014, mentre il governo britannico ha portato avanti un risanamento molto più graduale e non è ancora tornato in attivo. Al contempo, la Grecia ha dovuto fare i conti con una contrazione monetaria (che recentemente è diventata asfissia monetaria), a differenza del Regno Unito, dove la Banca d' Inghilterra ha sostenuto il governo passo dopo passo. Il risultato è che la Grecia continua a stagnare, mentre il Regno Unito evidenzia una crescita robusta". Lo scrive su 'Il Sole 24 Ore', il ministro delle Finanze della Grecia Yanis Varoufakis.

"E' evidente -avverte- che la richiesta di ancora più austerity da parte dei nostri creditori non è motivata dall'interesse per autentiche riforme o dal desiderio di indirizzare la Grecia lungo un percorso finanziario sostenibile. Quale sia la loro reale motivazione è una questione che è meglio lasciare agli storici futuri: che senza dubbio prenderanno cum grano salis buona parte delle cose che vengono scritte adesso sui mezzi di informazione".

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