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Pa: Cisal, Avvocatura va contro Costituzione

05 giugno 2015 | 13.49
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L'intervento del segretario generale Velardi.

Pa: Cisal, Avvocatura va contro Costituzione

"Nell’udienza del prossimo 23 giugno, auspichiamo che la Corte Costituzionale non tenga conto dell’invito dell’Avvocatura dello Stato in merito al presunto impatto economico che l’eventuale rimozione del blocco dei contratti pubblici avrebbe sulla contabilità nazionale. Il richiamo, fuorviante e lacunoso, al pareggio di bilancio previsto dall’articolo 81 della Costituzione, trascura ad esempio l’art. 36 della stessa Carta costituzionale, ove si statuisce che il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro. Proporzione evidentemente non rispettata dal 2010". Lo ha dichiarato Davide Velardi, segretario confederale Cisal per il pubblico impiego, autore, con la Fialp Cisal, del ricorso contro il blocco dei contratti poi sfociato nella questione di costituzionalità.

"La posizione dell’Avvocatura, anche a prescindere dalla conformità al precetto costituzionale, viola comunque -aggiunge Velardi- i diritti fondamentali dei lavoratori, come tutelati dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (in particolare, Protocollo n. 1, art.1). Normativa di interposizione costituzionale di rango superiore alle norme della nostra Carta fondamentale".

"Il blocco pluriennale dei contratti del pubblico impiego -conclude Velardi - rappresenta una tassa occulta che i lavoratori pagheranno ben oltre la 'fase avversa del ciclo economico', in quanto, oltre a costituire oggi un poderoso contributo alla recessione, in futuro avrà ripercussioni anche sul loro trattamento previdenziale. Quindi, una tassa per tutta la vita!".

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