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Lavoro: Boeri, la formazione è la tutela più importante per i dipendenti

25 giugno 2015 | 17.51
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Il presidente dell è intervenuto in videoconferenza al 'Festival del lavoro'

Lavoro: Boeri, la formazione è la tutela più importante per i dipendenti

"Io credo che la tutela più importante che le oggi imprese possano dare ai lavoratori consiste nella formazione". Ne è convinto il presidente dell'Inps Tito Boeri, intervenuto in videoconferenza al 'Festival del lavoro' a Palermo. "La formazione dei propri dipendenti - dice - è ciò che dà a questi maggiore certezza, maggiore sicurezza, maggiore protezione contro il rischio di perdere l'impiego. Formare un dipendente significa per il datore investire del tempo, investire delle risorse, delegare alcune delle persone che lavorano presso la propria azienda a trasferire delle informazioni a dei giovani, presumibilmente, che sono all'inizio della loro carriera. Questi giovani che hanno ricevuto questa formazione, per il fatto stesso di averla ricevuta, diventano in qualche modo meno vulnerabili ai cambiamenti delle condizioni economiche esterne all'azienda, diventano meno sostituibili degli altri lavoratori".

"Se un datore di lavoro deve licenziarli, deve sapere -avverte- che dovrà poi assumere degli altri lavoratori e dovrà poi, per questi altri lavoratori, sostenere lo stesso sforzo di formazione. Quindi la formazione sul posto di lavoro è la migliore tutela che oggi si possa fornire ad un lavoratore. Fra l'altro è una tutela che va nell'interesse stesso del datore di lavoro, perché questi lavoratori diventano poi più produttivi e rendono di più all'azienda nell'intero arco della vita lavorativa. Qui c'è un fenomeno nuovo che penso sia promettente, noi speriamo di avere un po' interrotto un circolo vizioso che si era innestato in Italia, era il ciclo vizioso in cui le aziende assumevamo con dei contratti a termine, pagavano poco i loro dipendenti, non davano loro formazione. Speriamo si stia interrompendo questo circolo vizioso e i dati sono incoraggianti".

Boeri quindi prosegue: "Noi abbiamo visto con la banca dati dell’Inps che nei primi quattro mesi del 2015 è notevolmente aumentata la quota dei contratti a tempo indeterminato. Cioè, i datori di lavoro stanno assumendo senza data di scadenza e questo cambia moltissimo l’orizzonte di strategia e di pianificazione del lavoratore e dell’azienda stimolando maggiori investimenti in formazione, una differenza colossale dell’incidenza della formazione nei contratti a tempo determinato rispetto a quelli a tempo indeterminato".

"Un dato incoraggiante delle assunzioni a tempo indeterminato - dice Boeri - è arrivato con gli incentivi fiscali che il governo ha introdotto dal primo gennaio con la decontribuzione del tempo indeterminato grazie ai contratti a tutele crescenti con un ulteriore incremento a partire da marzo delle assunzioni. La decontribuzione era già in vigore, ma sono cambiate le regole dei nuovi contratti a tempo indeterminato. Questo è importante, anche perché questo secondo tipo di intervento è molto più sostenuto nel corso del tempo. Non sappiamo per quanti anni il governo riuscirà a finanziare questi potenti sgravi contributivi mentre i nuovi contratti a tempo indeterminato dovrebbero esserci per sempre".

"Quindi, questo è un segnale importante e spero davvero che si tradurrà in un cambiamento di regime che vuol dire passare da un circolo vizioso di bassi salari instabilità e bassa produttività ad un circolo vizioso di investimenti nella produttività del lavoro e quindi anche salari più consistenti e lavori che durano di più. E quindi anche pianificazione, progettazione del loro futuro da parte dei giovani", aggiunge Boeri.

Parlando poi di protezione sociale spiega: "In Italia noi non abbiamo ancora un vero e proprio welfare state. Credo che la grande recessione del 2008, 2009 e poi la crisi dell'Eurozona abbiano messo in luce in maniera molto evidente i limiti del nostro sistema in materia di protezione sociale".

"Il dato più eloquente è l'incremento della povertà in Italia, aumentata di 4.000 in più e questo fenomeno si spiega in gran parte perché non abbiamo un sistema di protezione sociale di base al pari degli altri paesi europei, siamo gli unici assieme alla Grecia a non avere questo sistema in piedi", dice Boeri. "Ero qualche giorno fa a Palermo proprio per discutere di questi temi con l'assessore della regione Sicilia che ha elaborato un piano di contrasto alla povertà molto importante, questo vi fa capire che è importante intervenire su questo aspetto", aggiunge Boeri.

"Il tema della sessione che dovrei aprire - spiega Boeri - riguarda un'idea molto suggestiva, quella che in un contesto in cui le risorse pubbliche sono molto limitate in cui il governo nazionale e anche gli enti locali sono impegnati in una difficilissima operazione di riduzione della spesa pubblica, la cosiddetta spending review, si possano delegare alcune delle funzioni di protezione, di tutela dei lavoratori alle aziende e in generale ai privati. Un po' l'idea di passare dal welfare state alla welfare society. E' un'idea molto bella e suggestiva che però ha due limiti nella situazione italiana. Il primo limite è proprio quello che in Italia noi non abbiamo ancora un vero e proprio welfare state, quindi delegare in partenza ai privati l'iniziativa privata può andare bene solo quando c'è già una base pubblica importante".

Per Boeri, il "secondo limite dell'idea suggestiva del welfare society è che c'è bisogno di avere delle grandi imprese per poter dare questi servizi, queste protezioni ai dipendenti". "E' la grande impresa - sottolinea - che può sostenere l'onere di prestazioni di questo tipo. Purtroppo in Italia abbiamo un tessuto di imprese molto piccole e quindi è difficile che queste si possano far carico di ciò che lo stato non riesce a fornire. Io credo che, quindi, l'attenzione oggi in Italia, se vogliamo essere molto pragmatici si dovrebbe spostare su altre cose che il sistema delle imprese dovrebbe dare di più ai lavoratori, senza necessariamente dover vedere un intervento pubblico. Io credo che la tutela più importante che le oggi imprese possano dare ai lavoratori consiste nella formazione".

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