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Lavoro: Poletti, precarizzazione disastro realizzato in ultimi 20 anni

25 giugno 2015 | 17.36
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Il commento del ministro del Lavoro

Lavoro: Poletti, precarizzazione disastro realizzato in ultimi 20 anni

"Credo che il disastro realizzato in questi ultimi 20 anni sia quello della precarizzazione, che non è stata scelta sapientemente, ma è derivante da una serie di comportamenti e di omissioni". A dirlo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in un video messaggio, inviato al 'Festival del lavoro', organizzato dal Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, in corso a Palermo fino a sabato 27 giugno.

"Perché era necessario -avverte- produrre nel nostro Paese elementi di flessibilità ed è stato bene che nell’arco del tempo si siano introdotte tipologie contrattuali e si siano flessibilizzati i rapporti di lavoro; ma il guaio è stato combinare questo dato con un dato di costo e di regole che hanno reso questi contratti più flessibili e meno costosi".

"Se si comparano contratti rigidi e costi alti -spiega- con contratti flessibili e costi più bassi, non è difficile spiegare perché l’85% degli avviamenti al lavoro nel 2014 sono stati con contratti flessibili o precari, proprio per il vantaggio dell’utilizzazione di queste tipologie contrattuali".

"La nostra scelta è stata quella -sostiene- di cambiare radicalmente questo impianto e lavorare per produrre le condizioni per cui il contratto a tempo indeterminato torni ad essere il modo normale di assunzione nel nostro Paese. Lo abbiamo fatto affrontando una discussione difficile nel merito della riforma del contratto, intervenendo sulla struttura del contratto e della sua regolamentazione, lo abbiamo fatto sul fatto economico con la legge di stabilità attraverso la decontribuzione e togliendo dalla base imponibile per l’Irap il costo del lavoro dei contratti a tempo indeterminato".

"I numeri ci stanno dicendo -ammette Poletti- che abbiamo ragione, perché da 4 mesi i contratti a tempo interminato aumentano e quindi c’è un passaggio da forme più precarie a forme più stabili e credo che questo sarà il segno di quest’anno. Mi auguro e sono scuro che accadrà che un numero rilevante di contratti a tempo determinato, di collaborazione o altre tipologie passeranno a tempo indeterminato producendo un miglioramento delle condizioni dei lavoratori".

"Credo che una cosa a cui non abbiamo pensato adeguatamente -fa notare- è il tremendo effetto dal punto di vista previdenziale di queste tipologie contrattuali perché contratti precari e carriere interrotte producono un problema molto serio sul piano della previdenza. Questi lavoratori, quando si troveranno in quella condizione, verificheranno quanto danno è stato fatto".

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