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Province: Cgil-Cisl-Uil bocciano decreto mobilità

15 luglio 2015 | 09.58
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Per i sindacati salario accessorio a rischio e nessun rispetto per competenze e professionalità

Province: Cgil-Cisl-Uil bocciano decreto mobilità

Sonora bocciatura di Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fpl in merito alla bozza di decreto, presentato dal governo, che dovrebbe regolare la mobilità dei lavoratori delle Province: “Salario accessorio a rischio, nessuna attenzione alle funzioni e nessun rispetto per le competenze”, denunciano i sindacati.

“Altro che circolo virtuoso del ricollocamento”, spiegano le federazioni di categoria: “Il dm non è altro che il coronamento di un percorso sbagliato in cui ad ogni passaggio il caos non fa che aumentare: dopo l’invenzione di un portale per l’incontro di domanda e offerta pensato per non funzionare, ora si mettono addirittura a rischio i livelli salariali e professionali dei lavoratori”.

“E’ l’ennesima dimostrazione dell’incapacità del governo”, affondano i sindacati. “Da mesi chiediamo di governare il riordino - ricordano - attraverso la riorganizzazione delle funzioni e la mappatura delle competenze. E il governo cosa fa? Mette sul tavolo una normativa farraginosa e inutilmente complicata, i cui i dipendenti delle Province invece di essere coinvolti per essere reimpiegati nei servizi che servono ai cittadini, vengono abbandonati a un destino di mobilità selvaggia lasciata alla selezione progressiva per 'scrematura'. Una procedura da burocrazia ottocentesca, che denuncia solo approssimazione e sciatteria”.

Per Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fpl, "la bozza di decreto contraddice la stessa legge Delrio e gli accordi integrativi che avevano garantito, per i lavoratori in soprannumero, il salario accessorio in godimento": “Il dm - sostengono - riduce le garanzie a una sola parte della retribuzione, ignorando che, fatte salve le progressioni economiche orizzontali, ogni indennità di salario accessorio è fortemente connessa alle competenze e alle responsabilità maturate”.

“Norme distanti dalla realtà - proseguono i sindacati - e dalle singole esigenze territoriali. Distanza che trova il proprio culmine nel trattamento riservato alla polizia provinciale: ci chiediamo in particolare cosa possa mai significare l'opzione, riservata agli agenti, relativa al mantenimento di un profilo che l’attuale decreto 78/2015 ha smantellato. Mantenimento in quale sede e in quale veste?”.

“Ci opporremo a questo decreto in tutte le sedi e con tutti gli strumenti: non permetteremo che si faccia carta straccia della dignità e del patrimonio professionale dei lavoratori. E lo faremo a partire dalla conversione in legge del decreto enti locali. Su questo chiediamo infatti al Parlamento di intervenire per sanare i diversi problemi emersi e offrire prime soluzioni positive”, concludono.

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