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Sostenibilità: Legambiente sfida la Leopolda, servono scelte concrete per futuro

11 dicembre 2015 | 15.39
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Sostenibilità: Legambiente sfida la Leopolda, servono scelte concrete per futuro

"L'idea di cambiamento e di modernità non può essere legato alle trivellazioni petrolifere, alle grandi opere inutili o agli inceneritori e alle fonti fossili; le sfide del futuro richiedono ben altro approccio". Con queste parole Legambiente apre oggi a Milano, nella sede dell'ex Ansaldo, la tre giorni del suo X Congresso Nazionale “L'era del cambiamento”. E lo fa rivolgendosi, anche, alla Leopolda, l’incontro politico promosso dal premier Matteo Renzi, che si svolge in contemporanea a Firenze.

Una sfida e una provocazione quella che l'associazione ambientalista lancia al governo. Secondo Legambiente, oggi più che mai è evidente, l’urgenza di abbandonare la deriva petrolifera e investire in una strategia per le rinnovabili e l'efficienza, di puntare sulle vere opere utili per il Paese come la messa in sicurezza del territorio, di riconvertire l’industria attraverso l’innovazione e le bonifiche, di investire sulle infrastrutture ferroviarie necessarie e al servizio delle esigenze e dei diritti dei pendolari.

Secondo Legambiente, per far crescere l’Italia servono fatti concreti e ricette diverse da quelle finora avviate e per questo chiede a Renzi e alla Leopolda quali soluzioni abbiano realmente in mente per l’Italia di oggi e di domani. Per l’associazione ambientalista, le leve del cambiamento per il futuro del Paese sono l’economia civile e il volontariato, le energie rinnovabili a vantaggio dei cittadini, un’agricoltura moderna che valorizza la qualità e la sostenibilità, la prevenzione, il riuso e la raccolta differenziata che alimentano l’economia circolare, la legalità che si oppone al degrado ambientale, come previsto dalla nuova legge sugli ecoreati.

E’ decisivo, inoltre, ripartire da una cultura dell’accoglienza e dal Mediterraneo, che rappresenta uno dei campi fondamentali in cui operare per tenere insieme la battaglia per il clima e quella contro la povertà. E proprio questi sono i temi che si affrontano nella tre giorni del congresso di Legambiente. Un appuntamento al quale partecipano oltre 900 delegati provenienti da tutta Italia e tantissimi ospiti (rappresentanti di associazioni del mondo ambientalista, del volontariato, del turismo, ma anche della cultura, della green society, degli enti locali, dell'imprenditoria e della politica) che si articolerà in momenti diversi, tra piazze tematiche e tavole rotonde, senza perdere di vista la chiusura della Conferenza sul clima.

Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, nella sua relazione ha poi riassunto i temi, gli obiettivi, le sfide e i cambiamenti dell'associazione ambientalista. “Nel 2008 ci siamo inventati 'In Marcia per il Clima', abbiamo lanciato una coalizione con poco più di 50 associazioni aderenti, abbiamo organizzato una manifestazione di piazza contro i cambiamenti climatici ed eravamo quasi solo noi".

"Nel 2015 - aggiunge il presidente di Legambiente - abbiamo ricostruito una coalizione per il clima, che conta oggi più di 150 sigle, e il 29 novembre a Roma, e in più di 100 località in Italia, abbiamo partecipato alla Global March organizzata alla viglia della COP21, con una grande manifestazione popolare, con 20.000 persone in piazza, che è stata anche la prima grande mobilitazione di un nuovo movimento pacifista”.

“Queste immagini ci dicono che il movimento ambientalista non può più essere d’élite - ha proseguito Cogliati Dezza - ma può e deve essere un movimento popolare, che rigeneri la partecipazione sociale e le culture progressiste del secolo passato”. Il presidente di Legambiente ha poi individuato le battaglie e le principale iniziative che impegneranno l’associazione, a cominciare dalla lotta contro il fossile che passa per i referendum contro le trivellazioni, e quella contro le grandi opere inutili.

Ma anche il consolidamento della rete degli ambasciatori del territorio, la campagna europea contro il consumo di suolo, seguendo con attenzione l’iter della legge sul consumo di suolo in discussione in Parlamento, e la campagna per raggiungere il 20% di biologico nel 2020.

Si dovrà inoltre aprire un fronte nuovo nelle città, in termini di riqualificazione energetica e di rigenerazione degli spazi, di mobilità e di ripresa delle relazioni di vicinato, e misurarsi sulla grande occasione educativa che offre il servizio civile obbligatorio, con particolare attenzione alla messa in sicurezza del territorio. Infine, il riconoscimento del diritto di voto alle amministrative per gli stranieri residenti da più di 5 anni come primo passo verso lo ius soli.

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