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Roma: primo Ivory Crush in Italia, distruzione avorio al Circo Massimo

29 marzo 2016 | 11.12
LETTURA: 5 minuti

Terrorismo, ecco i gruppi armati che si finanziano saccheggiando l'ambiente

'Ivory crush' in Kenya
'Ivory crush' in Kenya

All’inizio del XIX secolo in Africa vivevano circa 25 milioni di elefanti. All’inizio del XX secolo ne erano rimasti 5 milioni. Oggi si stima che, in tutto il continente africano, rimangono circa 350.000 elefanti, ma con un tasso di 35.000 elefanti uccisi ogni anno per il loro avorio, la loro fine è vicina. Il traffico d’avorio ha anche un costo umano con centinaia di persone uccise o ferite negli scontri tra forze dell’ordine e cacciatori di frodo, migliaia incarcerate o spinte verso altre forme di crimine.

Dietro, c’è corruzione a tutti i livelli, riciclaggio di denaro sporco e molte armi: un traffico che finisce anche per finanziare reti criminali internazionali, trafficanti di esseri umani, milizie e organizzazioni terroristiche . Con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e dei governi di tutto il mondo, molti Paesi hanno simbolicamente distrutto l’avorio confiscato negli anni durante cerimonie pubbliche, dette "ivory crush", nelle più importanti città del mondo.

Tra i Paesi che finora hanno distrutto pubblicamente i propri stock di avorio ci sono Stati Uniti (già due volte), Cina, Francia, Belgio, Filippine, Kenya, Gabon ed Etiopia. Un'azione simbolica che si è trasformata in movimento che ora arriva in Italia con il primo 'Ivory Crush' nel nostro Paese, previsto il 31 marzo alle ore 17 a Roma, al Circo Massimo.

il messaggio: l'Italia non tollera il traffico illegale di avorio

Il messaggio che l'Italia vuole lanciare è che il traffico illegale di avorio non è tollerato e che il nostro Paese si impegna nella protezione degli elefanti e delle comunità locali africane sfruttate da network internazionali di criminali e trafficanti. La distruzione pubblica a Roma è stata concepita e organizzata dal ministero per l’Ambiente e dalla Ong Elephant Action League, in collaborazione con il ministero delle Politiche Agricole e Forestali, con l’ufficio italiano Cites e con il Corpo Forestale dello Stato.

L’appuntamento al Circo Massimo è composto di tre parti: presentazione dell'iniziativa, distruzione dell’avorio, la conclusione con l'avorio distrutto che verrà portato via per essere smaltito. La macchina utilizzata per distruggere l’avorio è tecnicamente chiamata “Unità Cingolata per Frantumazione Primaria” ed è offerta gratuitamente dalla ditta Impianti Industriali con sede a Dalmine di Bergamo.

dal Kenya al Belgio, gli ivory crash in tutto il mondo

Questi i Paesi che hanno distrutto gli stock di avorio (interamente o parzialmente): Kenya (una prima volta nel 1989 e nel 1991 una seconda volta, distrutte 6,8 tonnellate); nel 1992 gli Emirati Arabi Uniti (1distrutte 12 tonnellate) e Zambia (9,5 tonnellate); ancora Kenya nel 2011; (5 tonnellate); nel 2012 il Gabon (4,8 tonnellate); nel 2013 gli Usa (6 tonnellate) e le Filippine (5 tonnellate); nel 2014 Chad (1,1 tonnellate), Hong Kong (28 tonnellate), Cina (6,15 tonnellate), Francia (3 tonnellate) e Belgio (1,5 tonnellate); nel 2015 ancora Kenya (15 tonnellate), Etiopia (6,1 tonnellate), Repubblica del Congo (4,7 tonnellate), Cina (662 kg), Usa (un po' meno di 1 tonnellata) e Mozambico (2,4 tonnellate).

La Elephant Action League (Eal) è un’organizzazione non-profit che unisce il mondo della sicurezza di alto livello e dell’intelligence con quello della conservazione ambientale, al servizio della fauna selvatica, delle foreste e delle persone che le proteggono. La sua missione è di combattere i crimini contro la fauna selvatica e le foreste attraverso progetti concreti, innovativi e collaborativi.

Eal e le investigazioni che hanno cambiato l'approccio al traffico di avorio

Tra i fondatori della Eal, tutti italiani, insieme con Gilda Moratti e Francesco Rocca c'è Andrea Crosta, co-autore della prima investigazione nel 2010-11 sul traffico illegale dell’avorio da parte del gruppo terroristico somalo Al-Shabaab, che ha cambiato il modo di vedere il problema del traffico d’avorio. Le investigazioni di Eal sul traffico illegale di avorio includono una ricerca sulle reti criminali che trafficano in Kenya e un’ispezione sotto copertura nel porto di Mombasa, in Kenya.

EAL ha recentemente pubblicato il report “Blending Ivory”, dopo un’investigazione di 10 mesi in Cina sul traffico di avorio e di corno di rinoceronte . Animale quest'ultimo per il quale il bracconaggio, che prende di mira il corno del rinoceronte , non preoccupa meno di quello che riguarda l'elefante. EAL opera in Africa e Asia, con l’obiettivo di estendere le attività in Centro e Sud America nel 2017.

In collaborazione con la Ong italiana ‘Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights’ Eal ha anche lanciato WildLeaks , la prima iniziativa di “whistleblowing” al mondo dedicata ai crimini contro la fauna selvatica e le foreste, che permette a persone da tutto il mondo di condividere informazioni confidenziali in modo sicuro e anonimo tramite un portale online che utilizza la rete Tor (dark web).

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