Crescono i consumi del bio in Italia e "in un simile scenario il lavoro di noi organismi di certificazione assume ancora più importanza". Così Fabrizio Piva, amministratore delegato Ccpb, in vista di Sana, il salone internazionale del biologico e del naturale che si tiene alla Fiera di Bologna dal 9 al 12 settembre. "Il settore biologico nazionale - aggiunge - ha saputo conquistarsi sia sul mercato interno che sul versante internazionale un patrimonio di credibilità, basato sul sistema di controllo e certificazione".
"Cosa succede ora è molto semplice", spiega Lino Nori, presidente Consorzio il Biologico. "Se la domanda cresce in questo modo - osserva - l’offerta deve seguirla, anzi anticiparla. A questo si dedicheranno le aziende del bio italiano nei prossimi anni. E devono farlo subito, per tre motivi. Il primo è che la materia prima deve essere italiana. Non per campanilismo, ma perché l’Italia è di gran lunga il primo Paese esportatore di bio: se vuole tenere alta la sua qualità e la sua fama, il Made in Italy deve essere italiano".
"Secondo motivo - conclude - è che il biologico crea valore: una filiera agricola trova nel bio uno straordinario strumento di valorizzazione, di cui l’agricoltura convenzionale non può godere. In ultimo, ma non meno importante: dove c’è abbondanza di materia prima, c’è meno rischio di frodi: finora i casi, isolati, sono spesso imputabili alla difficoltà di reperire forniture sufficientemente tracciabili e sicure".
Per questa edizione di Sana, Ccpb e Consorzio il Biologico partecipano con due stand collettivi che ospitano oltre 20 aziende associate tra area food e cosmesi e all’interno di Bio.it, ristorante di prodotti biologici italiani. Previsto anche un programma di convegni: dall'ortofrutta bio alla cosmesi organica, passando per l'alimentazione veg.
