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Sostenibilità: l'economia circolare dà nuova vita al mondo del vino

06 ottobre 2015 | 10.44
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(Infophoto)
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Con 100 milioni di euro investiti a favore della sostenibilità negli ultimi 6 anni Caviro, la principale Cooperativa Agricola italiana con 12.000 viticoltori, trasforma lo scarto in risorsa. Un obiettivo raggiunto a partire dai derivati della coltivazione della vite e della produzione di vino. Il gruppo oggi conta 535 dipendenti in 4 diversi stabilimenti produttivi e ha registrato 314 milioni di euro di fatturato ottenuti nel 2014.

“Gli investimenti operati negli ultimi 6 anni per un valore complessivo di 100 milioni di euro ci hanno permesso di ottenere un continuo miglioramento delle nostre performance in termini di qualità e rispetto dell’ambiente. L’impegno in materia di ecosostenibilità però ci accompagna sin dalle origini, basti pensare che il nostro Gruppo recupera il 30% delle acque e risparmia 50.000 tonnellate sul packaging ed imballaggi grazie all’utilizzo di brik e vetro leggero”, afferma Sergio Dagnino, direttore generale Caviro Sca. Ad illustrare i dettagli del modello di economia circolare attivato da Caviro è stato invece Carlo Dalmonte, presidente di Caviro Sca.

Si parte dall’energia: “Tutti gli scarti – ha spiegato Dalmonte - vengono sfruttati per energia rinnovabile: dalle fecce produciamo biogas per energia elettrica e termica, mentre dalle vinacce produciamo energia termica ed elettrica attraverso la combustione controllata e con le migliori tecnologie di trattamento delle emissioni. A questo si aggiunge l’autosufficienza energetica totale e rinnovabile degli impianti Caviro, contribuendo efficacemente alla riduzione degli effetti dei gas serra”.

Un dato su tutti dimostra come la sostenibilità crei valore: l’energia autoprodotta dal gruppo Caviro è pari a 110.627.569 kWh, equivalente a 20.687 ton di petrolio (Tep) risparmiate. Non meno significativo l’apporto derivante dall’estrazione di polifenoli dai vinaccioli, enocianina e acido tartarico. Il processo industriale di trattamento dei sottoprodotti che arrivano in distilleria inizialmente finalizzato al recupero del Bioetanolo, si è anche sviluppato nel recupero di prodotti a maggior valore aggiunto.

Dai sottoprodotti che arrivano in distilleria, vinacce e fecce, Caviro recupera vinaccioli per l’estrazione di Polifenoli per uso enologico, alimentare e nutraceutico; Enocianina colorante naturale per uso alimentare e acido tartarico per uso enologico, alimentare, farmaceutico e industria dell’edilizia. Tra gli elementi che caratterizzano il ciclo virtuoso di Caviro vi è inoltre la produzione di compost anche per colture biologiche.

L’analisi delle performance ambientali dimostra inoltre che Caviro Distillerie recupera, ad oggi, ben il 99,9% dei rifiuti prodotti, inviando allo smaltimento solo lo 0,1%.

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