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Vino: 'Valelapena', il legame tra carcere e territorio finisce in bottiglia

14 ottobre 2016 | 17.55
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Vino: 'Valelapena', il legame tra carcere e territorio finisce in bottiglia

"Con l'approvazione della legge sull'agricoltura sociale, che ho sostenuto con forza, intendiamo promuovere iniziative di welfare come 'Valelapena' perché siamo certi che dall'integrazione tra agricoltura, etica e legalità possa nascere una nuova stagione dei diritti e di coscienza civica". Così Andrea Olivero, vice ministro delle Politiche Agricole, in occasione della presentazione dell’annata 2016 di Valelapena, il vino prodotto con le uve coltivate dai detenuti all’interno della casa di reclusione “Giuseppe Montaldo”, presso la cantina dell’Istituto Enologico Umberto I di Alba.

Ogni anno il progetto coinvolge 15 detenuti che, all’interno dell’istituto penitenziario, seguono un corso per ottenere la qualifica di operatore agricolo e coltivano vitigni di nebbiolo, barbera, dolcetto e cortese. Alla vinificazione, imbottigliamento ed etichettatura provvede l’Istituto Enologico Umberto I di Alba per una produzione annua di 1.400 bottiglie.

Attraverso la qualifica professionale e l’attività svolta nel vigneto, gli ospiti della casa di reclusione hanno la possibilità di maturare le competenze e l’esperienza necessarie per trovare impiego presso le aziende vitivinicole della zona una volta scontata la pena.

Per sostenere il progetto, la produzione 2015 di Valelapena si arricchisce di una nuova versione affinata in barrique che, in edizione limitata, sarà disponibile in formato magnum con l’etichetta realizzata in esclusiva dal fumettista Giampiero Casertano, autore delle tavole per serie quali Martin Mystère e Dylan Dog.

Tutte le bottiglie, acquistabili sia presso l’Istituto Enologico Umberto I sia presso la Casa di Reclusione di Alba, saranno pezzi unici e numerati. I proventi delle vendite saranno interamente destinati a finanziare la prosecuzione del progetto “Vale la pena”, avviato nel 2006 per dare ai reclusi una concreta opportunità di reinserimento sociale.

“La validità di questo progetto di agricoltura sociale sta nell’offrire una professionalità spendibile anche al termine della reclusione, assolvendo in questo modo la funzione più delicata affidata agli istituti di pena, ossia favorire il processo di reinserimento sociale del detenuto non in senso astratto e generico, ma rapportandosi concretamente al contesto della comunità locale e alle opportunità offerte dal tessuto produttivo del territorio”, sottolinea Giuseppina Piscioneri, direttrice della casa di reclusione di Alba.

“Il coinvolgimento dell’Istituto, uno dei dieci in Italia in cui si studia enologia, rappresenta un’estensione della nostra missione didattica e di formazione professionale radicata nella vita e nella vocazione delle nostre terre. Siamo venuti incontro all’esigenza della Casa di Reclusione di sviluppare risorse e reti sul territorio per creare concrete possibilità di lavoro perché abbiamo riconosciuto l’opportunità di mettere le nostre competenze e risorse tecniche al servizio di un progetto animato da una forte valenza sociale”, spiega Antonella Germini, dirigente scolastico dell’Istituto Enologico Umberto I.

All’inizio del 2011 Syngenta ha aderito al progetto, mettendo a disposizione i prodotti, le competenze e le risorse necessarie per una corretta e completa protezione del vigneto. Gli altri enti coinvolti nel progetto sono la fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri Onlus, che assicura la formazione professionale regionale per operatori agricoli, e il gruppo operativo locale, composto da amministrazione penitenziaria, enti locali e servizi sociali e sanitari, coordinato dai Comuni di Alba e Bra.

"Crediamo nel ruolo fondamentale dell’agricoltura per la nostra economia e per il nostro tessuto sociale, e l’educazione è uno dei pilasti del nostro piano - dichiara Cristina Marchetti, responsabile Regulatory e Corporate Affairs Syngenta Italia - Auspicavamo da tempo un intervento del legislatore e oggi ritroviamo nelle linee guida della normativa, fortemente sostenuta dal ministero delle Politiche Agricole, una piena coincidenza con quel modello di agricoltura responsabile, che integra agricoltura produttiva, rispetto dell’ambiente e attenzione alle esigenze delle persone e delle comunità a cui, come Syngenta, lavoriamo da sempre".

Oltre a essere acquistabili direttamente presso l’Istituto Enologico Umberto I e la Casa di Reclusione di Alba, le bottiglie di Valelapena saranno in vendita in occasione delle varie manifestazioni fieristiche che il Comune di Alba organizza nel mese di ottobre.

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