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Parchi: Monte Dobratsch, l'area protetta festeggia 15 anni

14 febbraio 2017 | 18.20
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Parchi: Monte Dobratsch, l'area protetta festeggia 15 anni

Fino ad alcuni anni fa il Monte Dobratsch era uno dei più apprezzati comprensori sciistici della regione di Villach e ogni inverno ospitava sulle sue piste migliaia di appassionati di sport invernali. Quindici anni fa, poi, la scelta di chiudere gli impianti di risalita per dedicare l'are allo scialpinismo e alle escursioni a piedi. E così, dal 2002, il Parco Naturale del Monte Dobratsch (siamo in Austria, e più precisamente in Carinzia) è diventato un modello di turismo sostenibile in grado di diventare una risorsa per tutto il territorio.

E' in quell'anno che l’area intorno al Monte Dobratsch viene inserita all’interno dell’omonimo parco naturale nei pressi di Villach, a pochi chilometri dal confine italiano di Tarvisio. Quest’anno si celebra il 15esimo anniversario, ma quella del Monte è una storia lunga secoli.

Il Monte Dobratsch viene citato per la prima volta in un documento del 1348: in quell’anno, una frana disastrosa, provocata da un terremoto, fece precipitare in fondo valle circa 150 milioni di metri cubi di roccia. Secondo le cronache dell’epoca, 17 villaggi rimasero sepolti. Fu quella frana a dare l’aspetto attuale allo scosceso versante meridionale del monte.

Ricca di fauna e flora, l’area dello “Schütt” ai piedi del Dobratsch, è ancora oggi una testimonianza tangibile di quell’antica tragedia. Il suo paesaggio con aspetti mediterranei è solo una delle diverse zone climatiche esistenti intorno e all’interno del parco naturale, che ospita una straordinaria varietà di specie animali e vegetali, alcune delle quali molto rare.

Biodiversità, ma non solo. La scelta di chiudere gli impianti fu dettata anche dalla volontà di proteggere un tesoro di inestimabile valore racchiuso nel cuore nel monte: l’acqua. L’antica roccia calcarea della montagna è infatti solcata da grotte, fessure e colatoi, attraverso i quali scorrono la pioggia e l’acqua derivata dallo scioglimento della neve, che in questo modo arrivano fino alle profondità più remote del Dobratsch arricchendosi di sostanze salutari.

Da qui poi tornano in superficie, sgorgando in fonti termali apprezzate fin dai tempi più antichi. Anche l’acqua potabile della città di Villach deriva in gran parte da fonti alimentate dalle riserve idriche all’interno del massiccio del Dobratsch.

Il Parco Naturale del Monte Dobratsch inaugurato il 24 settembre 2002 è il primo parco naturale della Carinzia. Insieme a Villach, anche Arnoldstein, Bad Bleiberg e Nötsch im Gailtal, comuni confinanti con l’area del parco, si sono uniti in un progetto unico che si è dimostrato vincente perché la nascita del parco ha generato posti di lavoro, soprattutto nel settore del turismo sostenibile.

Quelle che un tempo in inverno erano piste da sci, oggi sono tracce per il fondo, lo scialpinismo o le racchette da neve. In estate il parco offre sentieri per il trekking con guide esperte che accompagnano, su richiesta, gli escursionisti. Cosa vedere? Dalla SkyWalk, una piattaforma panoramica sopra il baratro della “Rote Wand”, la grandiosa Parete Rossa, si apre una favolosa vista che spazia dagli Alti Tauri fino alle Alpi Giulie.

Per un trekking di più giorni è stato realizzato un sentiero ad anello intorno al Dobratsch: il sentiero “Dobratsch Rundwanderweg”. La ricchezza e varietà di piante è racchiusa nel giardino botanico Alpengarten Villach, mentre gli escursionisti che salgono fino sulla vetta, a 2.166 metri di quota, possono visitare le due chiese consacrate alla Vergine Maria.

Secondo una leggenda, la chiesetta oggi nota come “Windische Kirche” (chiesa slovena) deve la sua esistenza a una nobildonna che la fece costruire nel 1690 in seguito a un’apparizione della Madonna. Ma per disaccordi con i proprietari del terreno, la chiesa venne eretta un po’ più a valle del luogo esatto dell’apparizione. Molti fedeli non si diedero per vinti, e già nel 1692 vollero consacrare nel luogo esatto dell’apparizione di Maria una seconda chiesa: la “Deutsche Kirche” (chiesa tedesca).

A poca distanza dalle due chiese si trova un altro edificio storico: costruito nel 1810, l’ex-rifugio Ludwig-Walter-Haus è stato completamente ristrutturato alcuni anni fa e reso autonomo dal punto di vista energetico. Con il nome di “Gipfelhaus” (rifugio di vetta), questa struttura del club alpino austriaco dispone di 40 posti letto e anche di alcune sale per seminari. Non è l’unico rifugio che offre ristoro agli escursionisti: ci sono anche l'Aichingerhütte e la Rosstrattenstüberl.

Chi preferisce evitare la lunga salita a piedi ma non vuole inquinare l’ambiente con la propria auto, d’estate può utilizzare l’ecologico Shuttlebus che tre volte alla settimana è in servizio nel parco naturale.

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