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Maggiore tutela del suolo nel piano rifiuti della Lombardia

25 giugno 2014 | 11.31
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Riduzione della produzione di rifiuti urbani con il raggiungimento, a livello regionale, del 67% di raccolta differenziata e la priorità al recupero di materia, ma anche nuovi criteri localizzativi per gli impianti e il metodo di calcolo del ‘fattore di pressione’ per le discariche, finalizzato a tenere conto delle specifiche situazioni territoriali sono tra gli elementi innovativi introdotti dalla giunta di Regione

Maggiore tutela del suolo nel piano rifiuti della Lombardia

Riduzione della produzione di rifiuti urbani con il raggiungimento, a livello regionale, del 67% di raccolta differenziata e la priorità al recupero di materia, ma anche nuovi criteri localizzativi per gli impianti (inceneritori, discariche e trattamento) e il metodo di calcolo del ‘fattore di pressione’ per le discariche, finalizzato a tenere conto delle specifiche situazioni territoriali. Sono alcuni degli elementi innovativi introdotti dalla giunta di Regione Lombardia, dopo il via libera al Piano regionale di gestione dei rifiuti e delle bonifiche, proposto dall’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Claudia Maria Terzi.

Insieme alla definizione di criteri localizzativi per l’installazione degli impianti di gestione dei rifiuti e alle linee guida alle Province per la redazione dei Piani provinciali, è stato definito anche il modello di raccolta dei rifiuti urbani comunale. Il ‘porta a porta’ è risultato essere il sistema più proficuo, anche secondo gli ultimi studi del politecnico di Milano. Nel Piano sono stati inseriti anche due criteri innovativi e restrittivi: uno a tutela della popolazione residente, l’altro per evitare ulteriore consumo del suolo.

“Nel primo caso -spiega l’assessore regionale- si tratta delle nuove distanze minime tra la recinzione dell’impianto stesso di discarica e la prima area residenziale. Distanze minime aumentate, che variano in base alla funzione dell’impianto, sia esso di inerti o come nel caso del cemento amianto, la cui distanza è stata aumentata da 200 a 500 metri”. Per la tutela del suolo, sottolinea Terzi, “abbiamo invece voluto inserire il divieto per la realizzazione di nuovi impianti su qualsiasi terreno a destinazione agricola, individuati dai Pgt dei Comuni e dai Ptc dei Parchi”. Infine per quanto riguarda le bonifiche, tra le novità “c’è la tutela giuridica -spiega Terzi- per le azioni di rivalsa per il recupero delle spese di bonifica sostenute dal soggetto pubblico. Si tratta di un grande passo avanti a tutela dei piccoli Comuni, spesso impossibilitati a spendere”.

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