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L.stabilità: 7 mld anno di risorse fiscali eliminando rendite contro ambiente

24 novembre 2014 | 12.57
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Per generare 7 miliardi l'anno di risorse fiscali cancellando le rendite contro l’ambiente e i sussidi alle fonti fossili

L.stabilità: 7 mld anno di risorse fiscali eliminando rendite contro ambiente

Cancellare rendite contro l’ambiente e sussidi alle fonti fossili per liberare risorse per investimenti in innovazione ambientale e per la riduzione delle tasse sul lavoro. Una proposta di legge che consentirebbe di generare 7 miliardi di euro all’anno di risorse fiscali intervenendo sui settori energetico e ambientale. E' una proposta di "correzione ecologica" alla legge di stabilità quella inviata da Legambiente e Radicali Italiani al governo e a tutti i gruppi parlamentari.

Sono due i settori principali di intervento del provvedimento. Il primo riguarda i canoni di concessione per attività di escavazione, conferimento a discarica dei rifiuti edilizi, concessioni per le acque minerali e balneari, consumo di suolo e rigenerazione urbana. Rivedendo al rialzo canoni di concessione e la tassazione per la trasformazione dei suoli agricoli e naturali a usi urbani si potrebbero generare, già dal 2015, risorse pari a oltre 1 miliardo di euro l’anno.

Si propone di far passare i canoni per le concessioni da cava da 34 milioni di euro all’anno a 230 milioni, quelli per le concessioni di acqua minerale da 12 milioni di euro l’anno a 240 milioni, quelli per il conferimento a discarica da 40 milioni di a 500 milioni, quelli per le concessioni balneari da 100 milioni di euro l’anno a 300 milioni.

No ai sussidi alle fonti fossili

Per l’acqua in bottiglia, ricordano Legambiente e Radicali Italiani, oggi si pagano canoni in media di 0,1 centesimi per litro, con la legge si passerebbe a 2 centesimi (il prezzo medio di vendita è 26 centesimi). Per le cave si pagherebbe il 20% del prezzo di vendita finale (siamo al 3,5% e in alcune Regioni è gratis). Negli stabilimenti balneari si avrebbe un valore per le concessioni minimo di 3mila euro all’anno.

Il secondo settore di intervento riguarda l'energia. Si propone l’abolizione di tutte le esenzioni alle accise sui prodotti energetici; la loro rimodulazione, a parità di aliquota media, con una componente proporzionale al contenuto energetico e una proporzionale alle emissioni climalteranti; l’eliminazione dalle bollette dei sussidi alle fonti fossili e dei sussidi incrociati a favore dei grandi consumatori e dei consumatori energivori; la riduzione dei sussidi agli impianti di generazione da fonti rinnovabili in misura del recupero di competitività determinato dalla riduzione dei sussidi alle fonti fossili.

Inoltre, si introduce una delega per la revisione dell’Imposta sul Valore Aggiunto, a parità di gettito per lo Stato, con l’obiettivo di orientare il mercato verso modi di produzione e consumo sostenibili. In questo modo si introducono incentivi capaci di orientare sia le imprese che di favorire una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori rispetto all’impatto ambientale dei beni e dei prodotti.

la proposta fa parte della campagna #menoinquinomenopago

Alcune di queste proposte sono di immediata applicazione - dichiarano Legambiente e Radicali Italiani – e tutte sono coerenti con la Delega Fiscale già approvata dal Parlamento. Qui mostriamo come sia possibile, indispensabile e urgente in particolare in un periodo di recessione, intervenire sulla fiscalità per cancellare privilegi e rendite, liberando risorse per investimenti”.

Le risorse generate e risparmiate andrebbero a realizzare tre obiettivi: riduzione delle imposte sul reddito di persone e imprese, spinta a investimenti in efficienza energetica nei settori interessati alla eliminazione delle esenzioni dalle imposte ambientali, recupero ambientale negli ambiti coinvolti dalle attività interessate dall’aumento dei canoni e rigenerazione urbana con bonifica di suoli inquinati, riutilizzo di aree dismesse, messa in sicurezza del territorio.

La proposta di modifica alla Legge di stabilità fa parte della campagna #menoinquinomenopago che ha l’obiettivo di informare i cittadini e coinvolgerli nella lotta per l’eliminazione di privilegi che vanno in direzione opposta a principi di tutela e sostenibilità ambientale introdotti dall’Unione Europea.

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