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Rifiuti: a Bracciano una montagna di veleni, 3 mln di metri cubi

12 giugno 2015 | 15.11
LETTURA: 5 minuti

Tre milioni di metri cubi di rifiuti a soli 6 Km dal centro abitato. Intanto il sindaco conferma il progetto per il Tmb e il biogas che, per il M5s, rappresenta il nuovo business nel settore rifiuti /Video

Foto del movimento cittadino di 'Fermiamo Cupinoro'
Foto del movimento cittadino di 'Fermiamo Cupinoro'

Tre milioni di metri cubi di rifiuti che raggiungono un’altezza di circa 300 metri sopra il livello del mare. E' la discarica di Cupinoro, a soli 6 km dal centro abitato di Bracciano, chiusa temporaneamente da più di un anno. Una storia lunga più di 20 anni che, dopo una gestione privata e poi una pubblica, ancora non ha trovato un lieto fine. Ma facciamo un passo indietro /Video.

La storia. La discarica nasce nel 1991 e in questi anni ha 'accolto' i rifiuti cosiddetti 'tal quali' provenienti da ben 25 comuni. Dal 2004 è gestita dalla Bracciano Ambiente, società interamente partecipata dal comune di Bracciano, che ha sostituito la gestione privata, che si chiamava Sev.

Il vecchio gestore, racconta all'Adnkronos, Elena Carone Fabiani, del movimento 'Fermiamo Cupinoro' “ha fatto per anni il bello e il cattivo tempo. Un atteggiamento che è stato tollerato perché comunque contribuiva al 'benessere' della collettività. Brignoli (Ettore Brignoli è l' ex amministratore delegato di SEV, la ditta di Servizi Ecologici Veneti, ndr), finanziava società sportive e ha operato sul territorio nella maniera più tranquilla possibile”.

Quando la discarica passò nelle mani del pubblico “speravamo finalmente di avere un controllo sia da un punto di vista ambientale che economico”. In realtà, aggiunge Elena Carone Fabiani, “quello che è accaduto è stato il fallimento totale della società per la quale è stata richiesta la procedura fallimentare”.

E questo vorrà dire “un ulteriore aggravio per i cittadini visto che siamo tutti soci di questa società. La gestione della Bracciano Ambiente è stata data come amministratore unico al dottore Marchesi che, diciamolo, è l'avvocato del sindaco. Abbiamo fatto una durissima battaglia affinché non fosse rinnovato l'incarico all'attuale amministrazione considerati i risultati dal punto di vista economico. E' evidente che si tratta di un imprenditore che non sa fare impresa. Ma la fiducia gli è stata rinnovata e il risultato è la procedura fallimentare”.

Negli anni la Bracciano Ambiente Spa è riuscita ad ottenere due permessi per l'ampliamento della discarica, il primo nel 2008 e il secondo nel 2010, portando la superficie complessiva della discarica a circa 52 ettari. Nel 2013 la società ha chiesto una terza concessione per lavori di ampliamento, riguardante questa volta il permesso di costruzione di un nuovo invaso. In questa occasione, però, il ministero dei Beni e delle Attività Culturali (Mibact) si è opposto.

Il territorio su cui è presente la discarica di Cupinoro, infatti, presenta diversi vincoli come quello archeologico e paesaggistico. E in più fa anche parte della Zps, ossia Zona di Protezione Speciale. Vincoli che negli anni non hanno rappresentato un ostacolo nelle procedure di acquisizione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia).

L'aspetto curioso, racconta Sandro Di Grisostomo, del movimento 'Fermiamo Cupinoro', “è che nelle immediate vicinanze è stato impedito da parte della sovraintendenza archeologica un impianto fotovoltaico perché la zona è stata ritenuta archeologica e di enorme valore storico cosa che è non avvenuta per la discarica dove la sovraintendenza, per quanto riguarda la sua competenza, ha dato parere favorevole”. Un paradosso, insomma.

Gli aspetti ambientali. I danni ambientali provocati dalla discarica non sono stati ancora quantificati, raccontano i cittadini membri del movimento 'Fermiamo Cupinoro' ma, in questi anni, ci sono stati campanelli di allarme. Nel 2004, racconta Sandro Di Grisostomo, "c'è stato un enorme rischio per l'intera zona visto che abbiamo scoperto che il percolato usciva dagli argini della discarica”. Situazione che ha permesso di estromettere una volta e per tutte la gestione privata.

Di recente anche il comune di Cerveteri, che confina con la discarica, ha chiesto delle rilevazioni all'Arpa. “A due passi da qua c'è un sito Unesco, la famosa banditaccia” sottolinea Elena . Intanto, sul sito resto in piedi il progetto della Bracciano Ambiente per la costruzione di un impianto a biogas e di trattamento meccanico biologico dei rifiuti. “Davanti ad un problema di inquinamento ci viene proposto di inquinare ancora con il biogas e con il Tmb, produzione di ecoballe da incenerimento. Si tratta di un progetto scellerato in un'area, l'alto Lazio, dove c'è già un 30% in più di tumori soprattutto per la centrale a carbone di Civitavecchia” racconta Paolo Simonini di 'Fermiamo Cupinoro'.

“Noi qui, per prima cosa chiediamo la messa in sicurezza della discarica. Abbiamo milioni di tonnellate di rifiuti tal quale, probabilmente tossici durante la gestione privata”. Questa discarica “è una bomba ecologica. Vogliamo chiarezza. Vogliamo sapere cosa c'è lì sotto”.

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