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Animali: rinvio piano lupo, si torna in sede tecnica

02 febbraio 2017 | 17.30
LETTURA: 4 minuti

La Conferenza Stato-Regioni rinvia la discussione all'unanimità, ora gli animalisti puntano allo stralcio della deroga agli abbattimenti

Animali: rinvio piano lupo, si torna in sede tecnica

Non c’è la parola definitiva sul cosiddetto Piano Lupo, il documento che dovrebbe regolare la conservazione e la gestione della specie in Italia, duramente criticato dagli animalisti e difeso invece dal ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti. La conferenza Stato Regioni ha infatti deciso oggi all'unanimità di rinviare la discussione; ora, la parola torna al tavolo tecnico, sede in cui sono in molti ad auspicare lo stralcio della parte relativa alla deroga degli abbattimenti. Quella parte, insomma, che per i critici avrebbe riaperto la caccia legale al lupo.

“Spero che il rinvio della discussione politica sul piano di conservazione del lupo serva a restituire la giusta serenità al dibattito e a far guardare tutti alla realtà dei fatti: non c’è nessuna riapertura della caccia al lupo, ma 22 misure di grande valore scientifico che salvano la specie - è il commento del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti - Oggi sono 300 i lupi uccisi ogni anno dal bracconaggio, su una popolazione totale di 1500 esemplari. Spero che di fronte a questo dato nessuno, ambientalisti e rappresentanti delle Regioni, voglia voltarsi dall’altra parte. Io non lo faccio".

Soddisfatte le associazioni Lav, Lac, Lipu, Lndc, Enpa e Animalisti Italiani che ora chiedono al ministro Galletti "di ascoltare finalmente i tecnici e gli esperti delle associazioni, al fine di eliminare le sue previsioni di uccisione di lupi". Per il Wwf, questo rinvio rappresenta un primo importante segnale politico e "un'autentica polizza assicurativa sulla vita del lupo", ma la discussione in sede tecnica, sottolinea l'associazione del panda, dovrà partire da un punto fermo: l’abbattimento legale del lupo non può essere un metodo ordinario di gestione dei conflitti tra la specie e le attività zootecniche.

Cauta Legambiente: per il 'cigno verde' il rinvio deciso oggi in Conferenza Stato Regioni "non aiuta né tutela questa specie e ancor meno risponde alle difficoltà degli allevatori delle aree interne; ma soprattutto non è stata stralciata l'unica azione ampiamente contestata: la deroga sugli abbattimenti", sottolinea la presidente Rossella Muroni.

La decisione di un rinvio del Piano era stata informalmente anticipata stamattina dal presidente della Conferenza Stato Regioni Stefano Bonaccini in un incontro con Lav ed Enpa e accompagnata da una vera e propria mobilitazione social, con l’hashtag #Soslupo tra i trend topic della giornata. Un vero e proprio tweet storm per chiedere uno stop al piano; cinguettii che si sono trasformati in ululati, fatti propri da migliaia di cittadini e di nomi noti, da Gabriele Muccino ad Alessandro Gassman, da Sabina Guzzanti a Donatella Rettore.

Tutti uniti a difesa del lupo che, nonostante sia tornato a ripopolare le Alpi e gli Appennini, è ancora vittima di bracconaggio e uccisioni illegali a causa dei conflitti con allevatori e cacciatori, stimate dallo stesso Piano in 250-300 animali uccisi all'anno. Nel quadriennio 2013-2016, è stata documentata la morte di 137 esemplari per cause antropiche, di questi ben 54 per bracconaggio (31 per arma da fuoco, 9 per laccio e 14 per avvelenamento).

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