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Rifiuti: comuni ricicloni, 486 quelli premiati, l'82% è al Nord

22 giugno 2017 | 11.18
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Rifiuti: comuni ricicloni, 486 quelli premiati, l'82% è al Nord

Meno comuni premiati ma più cittadini 'liberi da rifiuti'. E' quanto emerge dal rapporto Comuni Ricicloni 2017 di Legambiente che premia le realtà che producono meno di 75 kg di rifiuto secco indifferenziato per abitante all’anno. In particolare il rapporto evidenzia un calo del numero dei municipi premiati che scende rispetto allo scorso anno (da 525 a 486), soprattutto a causa della fusione tra comuni di piccole dimensioni avvenuta ad inizio 2016 e del mancato invio dei dati utili alla classifica da parte dei comuni campani (che passano infatti da 50 a 21).

In compenso, però, aumentano i cittadini Rifiuti Free, passando da quasi 3milioni a 3milioni e 276mila, dimostrando che è aumentata la taglia dei municipi impegnati sul fronte della riduzione del secco indifferenziato. Il rapporto è stato presentato Roma durante la giornata conclusiva del IV Ecoforum organizzato da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club in partnership con il Conou, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati.

Il rapporto 2017 conferma le annose differenze tra i sistemi di gestione dei rifiuti urbani operativi nel Nord Italia e quelli del Centro-Sud. Quest’anno l’82% dei Comuni Rifiuti Free sono nel settentrione, i restanti li troviamo per il 10% al Sud e circa per l’8% al Centro. In particolare, al Nord, aumentano i comuni lombardi che passano dai 76 Rifiuti Free dello scorso anno agli attuali 90 di cui, ben 20, oltre i 10mila abitanti; e quelli trentini (+5).

Stabili Friuli Venezia Giulia, Liguria ed Emilia Romagna. Assente, di nuovo, la Valle d’Aosta, mentre il Piemonte piazza il suo primo Rifiuti Free oltre i 10mila abitanti: Cossato. La classifica per distribuzione di Comuni Rifiuti Free vede in testa il Veneto (29,2% di Comuni liberi dai rifiuti sul totale regionale), seguita da Friuli Venezia Giulia (27,8%) e Trentino Alto Adige (18,7%). Ai tre capoluoghi “liberi dai rifiuti” dello scorso anno (Pordenone, Treviso e Belluno) si aggiunge il Comune di Trento (con 130mila abitanti).

Sull’economia circolare, secondo il presidente di Legambiente, Rossella Muroni, "anche le grandi città possono fare la differenza. Ce lo dimostra la città di Milano, prima metropoli italiana ad aver superato la soglia del 50% di raccolta differenziata, che ha domiciliarizzato il sistema della raccolta differenziata anche della frazione organica e che, con un milione e trecentomila abitanti serviti dal porta a porta, risulta prima metropoli in Italia e seconda in Europa dopo Vienna". Ma se il sistema di Milano fa scuola nel mondo, come dimostra l’interesse della città di New York nel replicare il modello meneghino, "la Città Eterna non sembra imparare".

A Roma, sottolinea la Muroni, "la gestione dei rifiuti rimane un problema gravissimo che può essere risolto con poche azioni concrete: estendendo il porta a porta a tutta la città; costruendo impianti anaerobici per la gestione dell’organico con produzione di biometano; costruendo centri del riuso realizzati accanto alle isole ecologiche per intercettare i rifiuti prima che divengano tali e applicando la tariffa puntuale, secondo il principio ‘chi inquina paghi’”.

Il rapporto, inoltre, evidenzia un aumento nel complesso dei comuni di una certa dimensione che contengono la produzione di rifiuto indifferenziato: troviamo Carpi, in Emilia Romagna con ben 71mila abitanti, poi Cassano Magnago, Tradate e Suzzara, tutti con più di 20mila abitanti in Lombardia e cinque comuni toscani tra cui Empoli (Fi) con 54mila abitanti e Capannori (Lu) con 46mila. Dieci comuni di medie dimensioni anche in Veneto e uno (Pergine Valsugana) in Trentino.

Poche novità al Centro, con tre comuni in più rispetto allo scorso anno nel Lazio, la ricomparsa al Sud del comune di San Michele di Ganzaria in Sicilia e il calo sostanzioso in Abruzzo che passa da 12 a 5 realtà presenti nelle classifiche. Per il resto, escludendo l’assenza di un buon numero di comuni della Campania, si riconferma il trend del passato, compresa purtroppo l’assenza della Puglia.

I numeri confermano che uniti è meglio: l’83% dei Comuni a bassa produzione di rifiuto indifferenziato, infatti, fa parte di un consorzio o di una comunità montana. Nelle classifiche dedicate ai Consorzi sopra i 100mila abitanti continua il testa a testa tra i due colossi trevigiani, il Consiglio di Bacino Priula e il Consiglio di Bacino Sinistra Piave, che servono rispettivamente 554mila abitanti e 310mila abitanti, praticamente i cittadini di una metropoli italiana, con numeri decisamente interessanti (50 kg/a/ab di indifferenziato residuo per il primo e 53 kg/a/ab per il secondo).

Anche AeT2000 e Mantova Ambiente fanno la loro parte tenendo la produzione procapite di indifferenziato di circa 560mila cittadini poco oltre i 75 Kg/a/ab. Tutta trentina invece la prima parte della classifica dei consorzi al di sotto dei 100mila abitanti con Amnu, Asia e Fiemme Servizi che insieme arrivano a servire circa 120mila utenze con un contenimento della produzione di rifiuto indifferenziato al di sotto dei 50 Kg/a/ab.

A caratterizzare i vincitori di Comuni Ricicloni 2017 oltre all’appartenenza a un Consorzio, anche l’introduzione di un sistema di tariffazione basato sulla quantità di rifiuto prodotto: sono infatti ben 247 i comuni che hanno optato per la tariffa puntuale e 95 per quella normalizzata.

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