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Terzo settore: Istat, oltre 300.000 istituzioni non profit in Italia

28 dicembre 2017 | 17.11
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Terzo settore: Istat, oltre 300.000 istituzioni non profit in Italia

Al 31 dicembre 2011 le istituzioni non profit in Italia sono 301.191 e impiegano 951.580 lavoratori retribuiti (di cui 680mila dipendenti a tempo determinato e indeterminato) e 4,7 milioni di volontari. Settore che si distingue da sempre per una ampia presenza femminile, che nel 2011 raggiunge 2 lavoratori retribuiti su 3. Tra i volontari, al contrario, la quota delle donne (38%) è inferiore a quella degli uomini. Lo dice l'Istat nell’Annuario statistico italiano 2017.

Le 301.191 istituzioni non profit rilevate nel censimento del 2011 si articolano sul territorio in 347.602 unità locali, di queste più della metà è situata al Nord (il 53%), il 21,2% al Centro, il 16,2% al Sud e il 9,6% nelle Isole.

Nell’area cultura, sport e ricreazione si concentrano oltre 195mila istituzioni, pari al 65% del totale. L’assistenza sociale (che include anche le attività di protezione civile), con 25mila istituzioni (8,3% del totale), si distingue come secondo ambito di attività prevalente, seguito dai settori delle relazioni sindacali e rappresentanza di interessi (5,4%), dell’istruzione e ricerca (5,2%) e della sanità (3,6%).

L’assistenza sociale costituisce il settore di attività con il maggior numero di lavoratori dipendenti (225mila pari al 33,1%). Il settore dello sviluppo economico e coesione sociale è l’unico in cui il numero dei lavoratori retribuiti impiegati (più di 81mila) supera quello dei volontari (quasi 58mila).

Settore a maggiore presenza femminile è l’assistenza sociale

Il settore a maggiore presenza femminile è l’assistenza sociale e protezione civile, dove la percentuale di donne raggiunge l’80,4%; seguono a breve distanza la sanità (73,4%) e l’istruzione e ricerca (73,4%). Più contenuta ma comunque maggioritaria la presenza di donne tra i lavoratori impiegati nell’ambito della tutela dei diritti e attività politica (62,8%), cooperazione e solidarietà internazionale (61,7%), religione (58,7%), sviluppo economico e coesione sociale (50,8%). Nei restanti settori invece la forza lavoro è soprattutto maschile, in particolare nell’ambiente (dove le donne rappresentano il 39,4% dei lavoratori retribuiti). Al contrario tra i volontari il numero di donne è inferiore a quello dei maschi, risultato che si conferma in quasi tutti i settori di attività, uniche eccezioni: la cooperazione e solidarietà internazionale e l’istruzione e ricerca.

I volontari delle istituzioni non profit nel 43,2% dei casi hanno un’età compresa tra 30 e 54 anni, nel 20% dei casi hanno un’età inferiore ai 30 anni, nel 22% tra i 55-64 anni e nel 14,8% 65 anni o più. Una maggiore incidenza di volontari giovani si rileva nella cultura, sport e ricreazione, dove gli under 30 rappresentano il 22,3%. Il diploma di scuola secondaria superiore costituisce il titolo di studio prevalente tra i volontari (il 50,1%). Il 29,4% non ha proseguito le scuole dell’obbligo e il 20,5% è laureato.

I volontari di cittadinanza non italiana sono 60.585 pari all’1,3%, con valori superiori al Centro (1,6%) e nel Nord-est (1,4%). Le entrate registrate nel bilancio/rendiconto delle istituzioni non profit relativo al 2011 ammontano a poco meno di 64 miliardi di euro con una maggiore concentrazione di risorse nel settore della sanità (17,8% delle entrate), assistenza sociale (16%) e istruzione e ricerca (12,7%).

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