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Elezioni e sviluppo sostenibile, il Manifesto Asvis

10 gennaio 2018 | 15.29
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(Fotolia)
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Dall'adesione all'Agenda 2030 e all'Accordo di Parigi allo sviluppo sostenibile in Costituzione. L'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) propone un "manifesto" alle forze politiche in campo per le elezioni del prossimo 4 marzo.

"Ci rendiamo conto che le forze politiche possono decidere di raggiungere gli obiettivi usando strumenti diversi, vogliamo essere sicuri che tutti aderiscano a questi obiettivi e prendano un impegno chiaro. Anche il presidente Mattarella nel suo messaggio di fine anno chiede alle forze politiche una visione per il futuro; questa è la visione del futuro in cui crediamo", spiega all'Adnkronos Enrico Giovannini, portavoce dell'Alleanza che con i suoi 180 aderenti è la più grande rete di organizzazioni della società civile mai creata in Italia.

La premessa è che "l’Italia non è su un sentiero di sviluppo sostenibile, secondo le definizioni dell'Agenda 2030, e servono profondi cambiamenti sia in termini di politiche economiche che sociali e ambientali", spiega Giovannini che sta incontrando i leader delle principali forze politiche ai quali sta sottoponendo le proposte dell’Alleanza sintetizzate nel rapporto presentato a settembre 2017.

"Quello che stiamo cercando di fare con le forze politiche è chiedere loro un impegno su alcuni aspetti di natura trasversale quindi non su politiche particolari", spiega Giovannini anticipando all'Adnkronos alcuni punti del "Manifesto" dell'Alleanza.

Primo punto: adesione all'Agenda 2030. "In primo luogo l’impegno a perseguire l'Agenda 2030, firmata dall'Italia come Italia, e da tutti i Paesi del mondo - spiega il portavoce - Quell'Agenda prevede il raggiungimento di una serie di obiettivi entro il 2030 e alcuni addirittura entro il 2020 come la riduzione consistente del numero di neet, che oggi in Italia sono 2 milioni; il dimezzamento rispetto al 2015 del numero dei morti per incidenti stradali; la dotazione da parte di tutte le città di piani per l’adattamento al cambiamento climatico e al rischio di disastri".

Secondo punto: adesione all'Accordo di Parigi per la lotta al cambiamento climatico. Ovvero "come ci si arriva". "Tanto si è discusso del fatto che Trump volesse uscire - spiega - non ho sentito ancora una parola in campagna elettorale su come si pensa che l’Italia possa rispettare quell’Accordo. Questo non lo chiedo tanto io quanto i 60mila morti all’anno in Italia per malattie legate all’inquinamento, in Europa mezzo milione all'anno, secondo i dati dell'Agenzia Europea per l'Ambiente".

Terzo punto: inserimento in Costituzione del principio dello sviluppo sostenibile. "In gran parte delle Costituzioni questo principio non è contemplato, compresa quella italiana, perché quando sono state scritte questi concetti non c'erano, alcuni Paesi lo stanno facendo: Francia, Svizzera e molti altri… Questo è un punto chiave per la tutela delle future generazioni", chiarisce Giovannini.

Quarto punto: "trasformare il Comitato interministeriale per la programmazione economica, il Cipe, in un Comitato interministeriale per lo sviluppo sostenibile. Così da essere sicuri che gli investimenti pubblici vengano fatti in un'ottica di sviluppo sostenibile", propone.

Quinto punto: "l'istituzione presso la Presidenza del Consiglio, come fatto in Francia, di un Alto Consiglio per le Politiche di genere con il coinvolgimento della società civile per orientare le politiche contro le discriminazioni di genere", continua.

Al momento in campagna elettorale, osserva Giovannini, "c’è una certa sensibilità soprattutto da parte di alcuni soggetti: il punto evidente è che molti considerano ancora il tema dello sviluppo sostenibile come una questione puramente ambientale dimenticando che esiste anche una sostenibilità sociale, pensiamo a disoccupazione e povertà, ed economica che vuol dire la crescita di benessere per tutti, la lotta alle disuguaglianze che sappiamo essere cresciute. Quello che ancora non vediamo è una vera visione integrata di questi aspetti. Ma siamo in attesa di vedere i programmi in fase di elaborazione".

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