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Rinnovabili: Anev, da eolico oltre 67mila posti di lavoro potenziali al 2030

15 giugno 2017 | 17.32
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(Fotolia)
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"Lo studio sul potenziale eolico dell’Anev mette in luce i benefici che il comparto può portare in Italia con un potenziale di 67.200 posti di lavoro complessivi al 2030. Il settore eolico sta crescendo in tutto il mondo e, con il giusto sostegno da parte delle istituzioni, potrà portare ulteriore sviluppo, benefici ambientali e occupazione anche nel nostro Paese”. Così Simone Togni, presidente dell’Anev, l'Associazione nazionale energia del vento, oggi in occasione della Giornata Mondiale del Vento, presso l’Auditorium del Gse, a Roma.

Ad emergere dall'incontro, è che una eventuale crescita della fonte eolica in Italia, capace di sfruttare al 2030 il potenziale di installazioni stimato da Anev, comporta la realizzazione di circa 5,3 GW di nuova capacità e 3,4 GW di rinnovamento di impianti esistenti, altrimenti dismessi: rispetto al 2016, ciò determinerebbe un incremento del 75% degli occupati permanenti e un incremento medio del 35% degli occupati temporanei annuali.

Ancora maggiore sarebbe l’impatto dello scenario del target al 2030 suggerito dalla nuova Strategia Energetica Nazionale, per raggiungere il quale la fonte eolica deve contribuire con 19 GW in esercizio al 2030, rispetto agli attuali 9,4 GW.

Per GB Zorzoli, presidente del coordinamento Free (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica), “rispetto ad altre tecnologie per l’utilizzo di fonti rinnovabili, quella eolica non esaurisce la maggior parte della domanda di lavoro specializzato nella fase di realizzazione dell’impianto: l’O&M conserva nel tempo un significativo impatto occupazionale. In più, il programma di revamping delle installazioni di prima generazione creerà nuova attività produttiva e di cantiere, e aumenterà la potenza eolica disponibile, nel contempo migliorando l’impatto ambientale”.

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