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Animali: nasce la Scuola di alta formazione antibracconaggio

19 gennaio 2018 | 09.48
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 - alphaspirit - Fotolia
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Il bracconaggio in Italia è un fenomeno molto diffuso. Ogni giorno le Forze dell’ordine registrano 20 infrazioni, 16,5 persone denunciate e 6,9 sequestri per questi reati. Per il lupo, in special modo, il bracconaggio rappresentata la principale minaccia di morte: secondo le stime di Ispra e degli esperti del settore, ogni anno in Italia muoiono per cause antropiche tra i 250 e i 300 lupi, di cui circa la metà per bracconaggio (uccisi da armi da fuoco, avvelenati, colpiti da tagliole o lacci), mentre il restante 50% a causa di incidenti con auto o treni o per patologie trasmesse da animali domestici.

Se i rapaci sembrano essere le prede preferite dai bracconieri delle regioni del Sud, i piccoli uccelli vengono spesso catturati dalle reti poste illegalmente nei boschi del Nord Italia, ma anche i caprioli, i cervi e tutti gli ungulati sono vittime ambite dai cacciatori di frodo. Per combattere il fenomeno, Legambiente in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, in partnership con l’Ente Nazionale per la Cinofilia Italiana e con il patrocinio della Federazione Italiana Parchi e Riserve naturali, ha dato vita alla Scuola di Alta Formazione Antibracconaggio.

Parte così il primo corso nazionale qualificato per conduttori cinofili, per la realizzazione delle prime Unità cinofile italiane antibracconaggio specializzate in tracking (rilevare e seguire la traccia sul terreno), trailing (rilevare e seguire il cono d’odore in aria) e detection (ricercare e rilevare sostanze organiche e inorganiche), integrate in pool di vigilanza volontaria.

Sulla scorta delle esperienze e delle tecniche adottate con successo all’estero per il contrasto del bracconaggio di specie animali selvatiche, come l’elefante e il rinoceronte in Africa, la scuola di alta formazione antibracconaggio, in stretta sinergia con le forze di polizia, coinvolgerà le professionalità cinofile dell’Enci e del contrasto al bracconaggio di Legambiente operanti nelle diverse regioni italiane.

Il progetto partirà il 25 gennaio con il primo corso residenziale presso il centro Il girasole di Rispescia (Gr), e si concluderà a novembre 2018. Al termine della formazione, realizzata con lezioni frontali e molte attività pratiche sul campo, si terranno le prove d’esame per il rilascio dei diplomi di Alta formazione antibracconaggio, con apposito patentino identificativo e inserimento nel Registro nazionale delle Unità cinofile specializzate.

Un ruolo formativo importante sarà svolto dalle esperienze italiane migliori, maturate in seno all’Arma dei Carabinieri e all’Enci, ed estere, come quelle a difesa della fauna selvatica sviluppate dal Scent Imprint for Dogs in Hoofddorp in Olanda e dal Wildlife Conservation Society in Tanzania.

Tra i docenti: Roberta Bottaro, addestratore Enci, istruttrice di mantrailing (cani per ricerca di persone) per l’International bloodhound training istitute (Usa), di detection (cani per ricerca sostanze) in Belgio e di Scent imprinting for dogs in Olanda; Patrick d’Artois, istruttore cinofilo in ambito aeroportuale (Belgio) e responsabile della formazione di unità cinofile per forze di polizia, addestratore di cani da soccorso per la ricerca delle persone anche tra le macerie; Tobias Gustavsson, collaboratore dello Scandinavian working dog istitute per la formazione di agenzie di professionisti cinofili, docente di corsi sul comportamento del cane in Europa e Stati Uniti e Louise Wilson, esperta di cani per la detection di esplosivi, armi, droga, valuta e resti umani, specializzata in monitoraggio faunistico ambientale con esperienze in Usa, South Africa, Botswana, Mozambico, Tanzania, Gabon.

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