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Sono squali, tartarughe e delfini le vittime involontarie delle reti

16 giugno 2014 | 15.16
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La rete che Arpat della Toscana coordina al livello regionale, in supporto all’Osservatorio Toscano dei Cetacei e tartarughe, e i rapporti diretti con i pescatori, che l’Agenzia tiene costantemente per le attività di valutazione delle risorse ittiche, ha consentito il recupero immediato delle specie pescate in maniera accidentale

(Foto ARPAT)
(Foto ARPAT)

Non dovevano esserci loro nelle reti, eppure sono stati pescati anche se in maniera accidentale, e senza alcun vantaggio per chi svolge questa attività. Un delfino, due squali e una tartaruga sono state le vittime di catture involontarie, nella sola giornata di sabato 14 giugno nel mare della Toscana. Nel primo caso si trattava di un piccolo tursiope (Tursiops truncatus) di 27 kg, una femmina di 123 cm di lunghezza, con ancora evidente il bottone ombelicale, rimasto intrappolato nelle reti da posta, nell’area delle Secche della Meloria. La rete di recupero che Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) coordina al livello regionale, in supporto all’Osservatorio Toscano dei Cetacei e tartarughe, e i rapporti diretti con i pescatori, che l’Agenzia tiene costantemente per le attività di valutazione delle risorse ittiche, ha consentito il recupero immediato del delfino.

Il piccolo tursiope è stato trasportato presso l’Istituto Zooprofilattico di Pisa che ha già provveduto a fare la necroscopia, mentre l’Università di Siena, convocata sul posto, eseguirà l’analisi degli eventuali contaminanti presenti nei tessuti e negli organi dell’animale; Arpat infine analizzerà il contenuto stomacale.

La tartaruga si è spiaggiata all’interno della rada dell’Accademia Navale di Livorno e, con l’aiuto del comandante di turno, è stato predisposto il recupero. La dissezione e necroscopia di questo esemplare saranno effettuate lunedì prossimo.

I due squali sono stati recuperati direttamente al mercato e trasportati nel laboratorio di Arpat. Anche in questo caso siamo gli operatori dell’Agenzia sono stati chiamati direttamente dai pescatori. Si trattava di un grosso gattopardo femmina (Scyliorhinus stellaris) con al suo interno due gusci ovigeri contenenti altrettanti piccoli. Il pesce era in procinto di depositare le uova che di solito vengono legate alle ramificazioni delle gorgonie. L’altro squalo era un piccolo esemplare di verdesca (Prionace glauca). Anche questi due squaletti sono rimasti intrappolati nelle reti da posta calate lungo la fascia costiera. Relativamente a questi interventi e ai quattro animali, saranno compilate le schede di monitoraggio che saranno trasmesse alla Guardia Costiera per consentirle di inviarle al Ram di Roma presso il ministero dell’Ambiente e del Mare.

Ma la giornata non è ancora finita: la Guardia Costiera chiama ancora Arpat per una moria di pesci sulla spiaggia di Cecina e per un’altra tartaruga recuperata viva, ma in difficoltà, lungo la costa piombinese.

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