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A Orbetello nidi specie rare distrutti da marea artificiale

18 giugno 2014 | 12.08
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Lo denuncia il Wwf. Da domenica scorsa la regione Toscana ha autorizzato l’inizio della circolazione idrica forzata pompando acqua marina verso la laguna, una manovra che da anni viene effettuata come soluzione d’emergenza alle frequenti crisi distrofiche lagunari e conseguenti possibili morie di pesci, che si verificano con l’arrivo del caldo estivo.

(Xinhua)
(Xinhua)

Oltre 50 nidi di specie rare di uccelli sommersi da un’improvvisa marea artificiale provocata durante il momento riproduttivo nell’ambiente protetto della laguna di Orbetello in Toscana. Lo denuncia il Wwf. Da domenica scorsa, infatti, la regione Toscana ha autorizzato l’inizio della circolazione idrica forzata pompando acqua marina verso la laguna, una manovra che da anni viene effettuata come soluzione d’emergenza alle frequenti crisi distrofiche lagunari e conseguenti possibili morie di pesci, che si verificano con l’arrivo del caldo estivo.

La marea ‘artificiale’ ha sommerso i piccoli e le uova di sterna comune (Sterna hirundo) e cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus). “Chi ha effettuato la manovra - continua il Wwf - era a conoscenza del momento delicatissimo per la buona riuscita della covata di tanti uccelli in piena riproduzione sulle sponde della laguna”. Per questo l’associazione sta valutando di portare quanto accaduto all’attenzione dell’autorità giudiziaria affinché vengano verificate eventuali ipotesi di reato.

La laguna di Orbetello, oltre ad essere in parte Riserva naturale provinciale, Riserva naturale Statale e zona Ramsar, è anche interamente Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale. Per il Wwf, quindi, si doveva agire diversamente, considerando anche che in occasione della Conferenza dei Servizi per la bonifica della laguna l’associazione aveva segnalato la presenza in laguna di specie rare e i rischi in caso di pompaggio di acqua marina. “Sarebbero bastati appena 10 giorni di rinvio per salvare la maggior parte dei nidi”, conclude il Wwf.

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