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Un mare di proiettili sul fondale di Torre Veneri, nel Sic un poligono di tiro

23 giugno 2014 | 15.42
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La denuncia arriva dal deputato salentino del M5S Diego De Lorenzis, che ha anche presentato una interrogazione ai ministri della Difesa e dell’Ambiente per chiedere conto delle bonifiche e del futuro della località, e si aggiunge alla voce di comitati e associazioni che da tempo denunciano la situazione, come Lecce Bene Comune, associazione che proprio sul fronte del poligono di Torre Veneri ha intrapreso una seria battaglia

Un mare di proiettili sul fondale di Torre Veneri, nel Sic un poligono di tiro

Un territorio compreso in un Sic (Sito di Interesse Comunitario), tra l’Oasi Naturale delle Cesine e il Parco Naturale di Rauccio. Ma tra gli incantevoli paesaggi pugliesi, protetti e tutelati dalla normativa italiana e comunitaria, c’è un’area interdetta alla balneazione e all’accesso di cittadini e turisti, perché qui insiste il poligono di tiro Torre Veneri (Lecce) dove vengono utilizzati, per le esercitazioni, mezzi pesanti e diversi tipi di proiettili e bossolame.

La denuncia arriva dal deputato salentino del M5S Diego De Lorenzis, che ha anche presentato una interrogazione ai ministri della Difesa e dell’Ambiente per chiedere conto delle bonifiche e del futuro della località, e si aggiunge alla voce di comitati e associazioni che da tempo denunciano la situazione, come Lecce Bene Comune, associazione che proprio sul fronte del poligono di Torre Veneri ha intrapreso una seria battaglia. Secondo De Lorenzis, ancora oggi a Torre Veneri “proseguono le attività a fuoco per un utilizzo medio annuo del poligono di oltre 200 giorni mentre il fronte di tiro dei carri armati verso i bersagli, posti a poca distanza dalla battigia, porta proiettili e bossolame direttamente sui fondali marini, anch’essi zona Sic”, spiega all’Adnkronos.

Fondali che, a differenza di quanto è avvenuto per l’area a terra, non sono stati bonificati dai materiali impiegati nelle esercitazioni. E c’è anche il rischio “che questo materiale abbandonato, possa essere recuperato illegalmente per fini commerciali da soggetti non autorizzati, andando a creare una situazione pericolosa sia per il rischio esplosioni sia per i danni alla salute’’, aggiunge il deputato.

La conferma arriva anche da Legambiente: “il fondale di quest’area è pieno di bossoli e cartucce e non è mai stato bonificato: è una discarica”, dice all’Adnkronos Maurizio Manna, direttore Legambiente Puglia. Un fondale, quindi, “altamente inquinato da materiali ferrosi e non compatibile con la tutela ambientale, dove tra l’altro, in violazione dell’area militare, entrano imbarcazioni, sia per pescare che per raccogliere questi materiali”.

“L’area - continua Manna - andrebbe bonificata e bisognerebbe anche valutare l’opportunità di continuare ad avere, nel Salento, aree destinate alle attività militari, sottratte alla collettività”, sottolinea Manna. Nella relazione definitiva del 9 gennaio 2013 della Commissione parlamentare di inchiesta del Senato sul problema del materiale bellico pericoloso, si ribadisce che “nella realtà di Torre Veneri è stata verificata la presenza di zone dove si sono accumulati residuati delle attività di esercitazione, che richiedono presumibilmente importanti interventi di bonifica, finora evidentemente non attuati, sia a terra sia nel mare circostante. Dai sopralluoghi tecnici svolti è emersa una scarsa osservanza del disciplinare per la tutela ambientale e la bonifica”.

“Nell’Area Bersaglio Carri - continua la relazione - non risulta che sia asportato il materiale di risulta prodotto dall’esplosione dei colpi in arrivo, e durante le analisi è stata rinvenuta sul terreno una notevole quantità di materiale inerte affiorante. Per quanto concerne l’area marina, le immersioni subacquee effettuate hanno evidenziato la presenza di numerosi relitti inerti, di proiettili da esercitazione, di un barcone metallico e di penetratori. Dalle informazioni raccolte risulterebbe altresì che l’area sia marina sia terrestre, attualmente interdetta, sarebbe frequentata da recuperanti clandestini di metalli per scopi commerciali”.

Ma oltre alle bonifiche, c’è anche la questione delle autorizzazioni visto che l’attività del poligono risulterebbe in contrasto con la ‘’Direttiva Habitat’’, in quanto insistente su un Sito di Importanza Comunitaria.

Per questo, comitati e associazioni hanno inoltrato alla Commissione Europea la documentazione atta ad aprire “una procedura di infrazione relativa alla direttiva Habitat come recepita dalla normativa nazionale, giacché il poligono in esame e quello di Capo Teluada in Sardegna insistenti entrambi in Siti di importanza Comunitaria, non hanno richiesto la Valutazione di Incidenza Ambientale per i Disciplinari d’Uso e i Piani semestrali delle esercitazioni a fuoco”, spiega De Lorenzis.

Paradossalmente poi, “il Piano di Gestione del Sic Torre Veneri, redatto dalla provincia di Lecce, non contempla l’esistenza del poligono militare”, aggiunge il deputato del M5S.

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