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Sul Sistri risposta inadeguata dal ministero dell'Ambiente

15 luglio 2014 | 16.19
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Così Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera

Sul Sistri risposta inadeguata dal ministero dell'Ambiente

"Dal ministero dell'Ambiente sulla questione del Sistri arriva una risposta onesta, ma francamente imbarazzata e inadeguata alla situazione attuale". Così Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, commentando la risposta del sottosegretario all'Ambiente Silvia Velo sul Sistri oggi durante il question time in Aula alla Camera. Secondo Realacci, "il Sistri non ha centrato gli obiettivi per i quali è nato e, come denunciato dall'Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici, è stato affidato con procedure che presentano gravi profili di illegittimità".

"Come se non bastasse - aggiunge - il Sistri è oggetto di indagini per fondi neri all'estero, affidamenti illeciti e false fatturazioni. Di fronte a tale situazione non basta pensare che possa essere risolutivo prevedere un Sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi rinnovato e semplificato e magari eliminare il token, senza mettere in dubbio l'attuale contratto con Selex Es, come annunciato in Aula alla Camera dal sottosegretario all'Ambiente, Velo, rispondendo ai numerosi atti di sindacato ispettivo presentati oltre che da me dai colleghi Carrescia e Gadda e da altri parlamentari del Pd".

Il Sistri, per Realacci, "è un sistema farraginoso che è stato assegnato in maniera opaca. La stessa Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici afferma che non c'era nessun motivo per la sua secretazione".

Al ministero dell'Ambiente, Ermete Realacci chiede di essere "più coraggioso: sul Sistri serve voltare pagina. In modo tale da realizzare un sistema di tracciabilità per la gestione e la movimentazione dei rifiuti da parte delle aziende che sia semplice, efficace e trasparente. Davvero capace di contrastare il fiorente traffico illegale di rifiuti pericolosi''.

Realacci ha anche ricordato che il traffico illegale di rifiuti è tuttora una delle attività più redditizie delle ecomafie: secondo il rapporto Ecomafia di Legambiente frutta alla malavita organizzata oltre 4 miliardi di euro l'anno. "Un fenomeno che non conosce crisi contro il quale è urgente attivare un sistema di tracciabilità per la gestione e la movimentazione dei rifiuti da parte delle aziende che sia semplice, efficace e trasparente, come chiesto anche dall'Europa", conclude Realacci.

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