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Gli effetti delle eruzioni vulcaniche sul clima

21 luglio 2014 | 12.13
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Durante gli eruttamenti vengono emesse enormi quantità di biossido di zolfo, che viene ossidato ad acido solforico nella troposfera e stratosfera; le micro gocce che si formano interagiscono con i raggi solari, disperdendo nello spazio parte della radiazione incidente, determinando così un abbassamento della temperatura

(Xinhua)
(Xinhua)

L'Università di Firenze ha contribuito alla realizzazione della più accurata ricostruzione sulle eruzioni vulcaniche degli ultimi duemila anni nell'emisfero meridionale. Questa ricerca, che si è concentrata sui depositi di acido solforico in carote di ghiaccio prelevate in Antartide, permetterà la definizione di un modello più attendibile nel prevedere il clima della terra e nel comprendere gli effetti del riscaldamento globale.

Durante le eruzioni, infatti, vengono emesse enormi quantità di biossido di zolfo, che viene ossidato ad acido solforico nella troposfera e stratosfera; le micro gocce che si formano interagiscono con i raggi solari, disperdendo nello spazio parte della radiazione incidente, determinando così un abbassamento della temperatura.

Lo studio, che ha visto la collaborazione di ricercatori provenienti da Stati Uniti, Giappone, Norvegia, Australia, è stato oggetto di una recente pubblicazione da parte della rivista scientifica "Nature Climate Change".

Al Dipartimento di Chimica ''Ugo Schiff'' si deve lo sviluppo di un metodo innovativo per la misurazione di acido solforico, emesso durante l'attività eruttiva, nelle carote di ghiaccio.

Il sistema è stato messo a punto dall'assegnista di ricerca Mirko Severi, collaboratore del team di Roberto Udisti, associato di chimica analitica dell'Ateneo, e ha consentito di determinare la concentrazione di solfati lungo carote di ghiaccio profonde più di tre chilometri in maniera molto rapida e accurata.

Il risultato ottenuto è una stratigrafia continua, a risoluzione annuale, delle eruzioni vulcaniche memorizzate nel manto nevoso dell'Antartide relativamente agli ultimi due millenni.

"In merito alla frequenza e all'intensità delle eruzioni vulcaniche - spiega Udisti - abbiamo raggiunto un elevato livello di informazioni che, nell'ambito dei modelli climatici utilizzati, ci permette di valutare in maniera più attendibile i contributi antropici e naturali che hanno agito come elementi di forzatura delle variazioni climatiche del passato".

"Allo stesso tempo - conclude Udisti - quanto più precise sono le ricostruzioni della variazioni nel passato, tanto più attendibili saranno le simulazioni modellistiche in grado di prevedere le variazioni climatiche nel futuro".

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