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Legambiente: governo agisca in fretta su rischio idrogeologico

13 agosto 2014 | 15.55
LETTURA: 4 minuti

Il pericolo frane e alluvioni interessa praticamente tutto il Paese con 6.633 comuni e oltre 6 milioni di cittadini

Legambiente: governo agisca in fretta su rischio idrogeologico

''Per evitare con l'arrivo dell'autunno l'ennesima tragica conta di danni e vittime per frane, alluvioni e allagamenti è fondamentale agire in tempi brevi, con risorse e misure adeguate''. E' questo il messaggio lanciato al Governo da FestAmbiente, il festival nazionale di Legambiente che si tiene in Maremma, a Rispescia (Gr), dove domani si parlerà di rischio idrogeologico e di buone pratiche per prevenirlo.

Il rischio frane e alluvioni interessa praticamente tutto il Paese con 6.633 comuni e oltre 6 milioni di cittadini in aree a rischio idrogeologico e soltanto 55 amministrazioni che hanno deciso di delocalizzare abitazioni dalle aree esposte a maggiore pericolo. La Toscana insieme alla Calabria, l'Umbria, la Valle d'Aosta e le Marche sono le regioni più minacciate. Sono ben 280 i comuni toscani in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico, il 98% del totale.

In 68 comuni (l'86% di quelli analizzati nel dossier Ecosistema rischio 2013) sono presenti abitazioni in aree golenali, in prossimità degli alvei e in aree a rischio frana e, in tali zone, in 54 amministrazioni toscane (il 68% del campione), sorgono impianti industriali che, in caso di calamità, comportano un grave pericolo oltre che per le vite dei dipendenti, per l'eventualità di sversamento di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni circostanti.

Nel 39% dei comuni intervistati (31 amministrazioni) sono stati costruiti in aree a rischio addirittura interi quartieri e nel 29% dei casi (23 amministrazioni) sorgono strutture sensibili come scuole e ospedali. In 12 comuni sono state edificate nuove strutture in zone esposte a pericolo di frane e alluvioni anche nell'ultimo decennio.

''Occorre far presto per invertire la tendenza degli ultimi anni in cui si sono spesi circa 800 mila euro al giorno per riparare i danni e meno di un terzo di questa cifra per prevenirli -ha dichiarato Giorgio Zampetti, responsabile scientifico nazionale di Legambiente- La recente creazione della struttura di missione del Governo contro il dissesto idrogeologico è sicuramente una novità positiva".

"Oltre a liberare tutte le risorse già stanziate che negli anni lo Stato e gli enti locali non sono riusciti a spendere è però fondamentale far partire un programma nazionale di manutenzione e prevenzione - ha proseguito - E' prioritario soprattutto definire con maggiore chiarezza il ruolo, le competenze e la composizione delle Autorità di Bacino Distrettuali, avviando urgentemente la loro costituzione per garantire il coordinamento a scala di bacino nell'ambito della realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico".

"La cabina di regia nazionale - ha sottolineato Zampetti - dovrà quindi garantire che gli interventi siano ispirati a un modello di efficacia ambientale ed economica e trasparenza delle procedure, anche per dare un chiaro indirizzo d'uso per i prossimi fondi strutturali''.

Governo del territorio e bacini idrografici, manutenzione e rinaturazione, semplificazione normativa, reperimento e continuità delle risorse economiche per un'efficace politica di prevenzione, sono le priorità individuate anche in occasione della prima Conferenza Nazionale sul Rischio Idrogeologico che ha visto nel febbraio 2013 discutere e confrontarsi numerose associazioni, sindaci, ordini professionali, tecnici ed esperti.

''Un percorso condiviso da tante realtà -ha sottolineato Zampetti- di cui il Governo potrebbe avvalersi in questa fase con l'obiettivo di rispondere in modo efficace alle ripetute emergenze legate al rischio idrogeologico''. FestAmbiente è stata l'occasione per Legambiente per rilanciare la petizione on line 'Mettiamo in sicurezza il Paese ora!' che chiede al Governo Renzi di partire subito con gli interventi di prevenzione e manutenzione del territorio: http://dissestoitalia.it/petizione/.

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