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Territorio: rischio idrogeologico in oltre 6mila comuni, Toscana la più minacciata

29 ottobre 2014 | 15.16
LETTURA: 3 minuti

I dati sono contenuti nel dossier 'Ecosistema rischio 2013' di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile. Oggi a Genova gli Stati Generali dei geologi sul dissesto idrogeologico

Alluvione Genova (Infophoto)
Alluvione Genova (Infophoto)

Il rischio frane e alluvioni interessa praticamente tutto il Paese con 6.633 comuni e oltre 6 milioni di cittadini in aree a rischio idrogeologico e soltanto 55 amministrazioni che hanno deciso di delocalizzare abitazioni dalle aree esposte a maggiore pericolo. La Toscana insieme alla Calabria, l'Umbria, la Valle d'Aosta e le Marche sono le regioni più minacciate. Sono ben 280 i comuni toscani in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico, il 98% del totale. I dati sono contenuti nel dossier 'Ecosistema rischio 2013' di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile.

I dati, dunque, parlano chiaro e per Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi, "non è più possibile continuare a rincorrere le emergenze e a contare le vittime senza fare nulla per ridurre le probabilità che si verifichino altre frane e alluvioni”. Proprio per questo i geologi hanno organizzato gli Stati Generali sul dissesto idrogeologico che si sono svolti oggi a Genova al Teatro della Gioventù recuperato con forza dai genovesi e colpito dall’alluvione

Per Graziano "non si può rispondere alle alluvioni con la sola richiesta di fondi per le somme urgenze puntiamo a sistemi di progettazione sostenibile, inserendo i progetti nel loro contesto, l’Italia deve necessariamente iniziare a pensare alla prevenzione, anteponendola agli interessi economici e abitativi che sino ad oggi hanno prevalso sulla messa in sicurezza del territorio”.

Complessivamente, infatti, secondo il dossier di Legambiente e protezione civile, sono ancora troppe le amministrazioni comunali italiane che tardano a svolgere un’efficace politica di prevenzione, informazione e pianificazione d’emergenza. Appena il 49% dei comuni intervistati (664) svolge un lavoro positivo di mitigazione del rischio idrogeologico, mentre il 16% delle amministrazioni campione dell’indagine (218) risulta gravemente insufficiente. 

Con le dovute diversità relative all’effettiva entità del rischio tra zona e zona, sono oltre seicento le amministrazioni comunali che risultano svolgere un lavoro di prevenzione del rischio idrogeologico ancora sotto la sufficienza. Dati che confermano come sia ancora lunga la strada da percorrere per garantire la sicurezza della popolazione da frane e alluvioni. 

Nella speciale classifica di Ecosistema rischio 2013, sette tra i comuni intervistati raggiungono la classe di merito ottimo. Sono tre i comuni risultati più virtuosi nelle attività di mitigazione del rischio idrogeologico:  Calenzano (Fi), Agnana Calabra (Rc) e Monasterolo Bormida (At). “I geologi si mettono a disposizione per indicare la strada per la prevenzione al dissesto idrogeologico ed infatti, le Scienze della Terra studiano i fenomeni dell'interazione della superficie terrestre con gli agenti atmosferici, fenomeni spesso complicati che stiamo imparando a modellare e prevenire, proprio seguendo una nuova cultura della progettazione" afferma Carlo Malgarotto, presidente dell'Ordine dei Geologi della Liguria.

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