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Pesca: studio Fao, acquacoltura crescerà grazie ai progressi tecnologici

14 novembre 2014 | 12.25
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Per gli esperti FAO, la pesca d'allevamento crescerà probabilmente più del previsto nel prossimo decennio, offrendo la possibilità di una migliore alimentazione per milioni di persone, specialmente in Asia ed Africa

 - (infophoto)
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La pesca d'allevamento crescerà probabilmente più del previsto nel prossimo decennio, offrendo la possibilità di una migliore alimentazione per milioni di persone, specialmente in Asia ed Africa. E quanto afferma un nuovo studio FAO, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura.

I maggiori investimenti nel settore dell'acquacoltura - si legge in una nota - specialmente nelle tecnologie che ne migliorano la produttività, tra le quali l'utilizzo dell'acqua, l'allevamento, la pratica dei vivai e i mangimi, dovrebbero far crescere la produzione della pesca d'allevamento del 4,14% all'anno fino al 2022, un ritmo sensibilmente più veloce della crescita del 2,54% prevista all'inizio dell'anno in un rapporto congiunto della FAO e dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

"La ragione principale di questo maggior ottimismo è che ci sono ampie possibilità di portarsi al passo con le tecnologie più produttive, specialmente in Asia, dove molti allevatori lavorano su piccola scala e non sono in grado di sostenere le considerevoli somme che il settore richiede per aumentare la produzione senza incorrere nel problema della scarsità delle risorse", ha affermato Audun Lem, del Dipartimento Politiche ed Economia della Pesca e dell'Acquacoltura della FAO, nonché uno dei principali autori del rapporto. Anche l'Africa, con le sue enormi risorse idriche, dovrebbe vedere una rapida crescita di oltre il 5% all'anno, la più veloce a livello globale, ma partendo da un livello attuale molto basso, secondo quanto afferma il rapporto.

L'acquacoltura è un'industria giovane rispetto all'allevamento di bestiame, ed è cresciuta praticamente da un livello nullo nel 1950 fino a una produzione record di 66,5 milioni di tonnellate nel 2012, quasi trenta volte di più rispetto al 1970. Circa il 50% dei 127 miliardi di dollari di valore delle esportazioni mondiali di pesce nel 2011 venivano dai Paesi in via di sviluppo, i quali realizzano dal commercio di pesce entrate nette superiori a quelle ottenute dalle esportazioni di tè, riso, cacao e caffè messe assieme, afferma Lem.

Il consumo mondiale pro-capite di pesce - informa la FAO - è cresciuto da 9.9 kg nel 1970 a 19.1 kg nel 2012, sebbene i tassi varino sensibilmente tra le regioni e all'interno delle stesse. Africa, America Latina e Vicino Oriente hanno livelli di consumo di pesce pari a circa la metà del tasso mondiale, mentre Asia, Europa e Nord America hanno tutte tassi intorno ai 21 kg pro-capite. I prezzi del pesce nel 2022 saranno più alti del 27% rispetto ad oggi nello scenario di riferimento della FAO, ma saranno fino al 20% più bassi se l'acquacoltura si dovesse espandere più velocemente.

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