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Alimenti: lo spreco di cibo nel mondo vale oltre 2mila mld di euro l'anno/Focus

21 novembre 2014 | 16.43
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Il 30% della produzione mondiale di cibo non arriva ad essere consumato. Il solo valore commerciale di questo spreco supera i mille miliardi di euro annui

Sul pianeta lo spreco di cibo vale ogni anno una volta e un terzo l’intero Pil italiano, ovvero circa 2.060 miliardi di euro, tra costi sociali, ambientali ed economico-produttivi. Lo rilevano i dato Fao raccolti nello studio Food Wastage footprint nel quale vengono computati anche i costi nascosti dello spreco di cibo: sfruttamento inutile delle risorse, inquinamento generato dallo spreco, costi per cambiamenti climatici e inquinamento delle falde acquifere, costi per i conflitti nel mondo per il controllo delle risorse naturali e sussidi pubblici per la produzione di cibo che non raggiungerà mai le tavole.

Costi, dunque, che includono l’intera filiera dello spreco: dal residuo in campo alla produzione e distribuzione, allo spreco domestico. Un circolo velenoso nel quale il 30% della produzione mondiale di cibo va sprecata e il solo valore commerciale di questo spreco supera i mille miliardi di euro annui.

Un bel paradosso che vede da una parte un terzo del cibo prodotto nel mondo sprecato ogni anno (in termini economici è pari al Pil della Svizzera) e, dall'altra, almeno 840 milioni di persone attualmente al di sotto della soglia minima di nutrizione.Nella sola Europa, dati 2014 attestano che ogni anno si sprecano oltre 100 milioni di tonnellate di cibo.

E in Italia? Le elaborazioni di Last Minute Market rilevano che lo spreco annuo di cibo è di circa 1.461.018 tonnellate per il residuo agricolo in campo (3,08%), di 2.036.430 tonnellate in ambito industriale-produttivo, di 270.776 tonnellate per lo spreco nella distribuzione. Senza contare il costo dello spreco domestico che nel 2013, secondo l’Osservatorio Waste Watcher, è costato 8,1 miliardi di euro, pari a circa 2,5 kg di cibo gettati ogni mese, per un costo di 32 euro al mese.

Lo spreco alimentare domestico in Italia vale oltre 8 miliardi di euro, circa mezzo punto di Pil. Mentre l’Istat conta ormai più di 10 milioni di italiani che vivono, e si alimentano, in condizioni di povertà. Dunque, il valore degli alimenti sprecati sarebbero pari a 800 euro a testa, se il cibo si potesse effettivamente recuperare. Ma cosa si spreca di più? Nel nostro Paese, nel 2013, sono rimasti sul campo 14.610.179 quintali fra cereali, produzione orticola e ortofrutta. La parte del leone, quindi, è dell’ortofrutta, con 11.843.609 quintali rimasti in campo nel 2013.

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