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Clima: nel 2014 -20% emissioni gas serra in Italia rispetto al 1990

13 febbraio 2015 | 17.55
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La Fondazione per lo sviluppo sostenibile pubblica, in anteprima, una stima delle emissioni nazionali di gas serra per il 2014, alla vigilia dell’anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto.

Clima: nel 2014 -20% emissioni gas serra in Italia rispetto al 1990

Emissioni di gas serra in calo in Italia. Nel 2014 si sono infatti attestate attorno a 410 milioni di tonnellate di Co2eq. Si tratta di 25-30 MtCo2eq in meno rispetto al 2013, un taglio del 6-7%. Rispetto al 1990, nel 2014 le emissioni di gas di serra dell’Italia sono state ridotte del 20%, quasi 110 MtCo2eq in meno e di poco meno di 170 MtCo2eq rispetto al picco del 2005.

La Fondazione per lo sviluppo sostenibile pubblica, in anteprima, una stima delle emissioni nazionali di gas serra per il 2014, alla vigilia dell’anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto (16 febbraio 2005). “Il calo delle emissioni di gas serra - dichiara Edo Ronchi, presidente della Fondazione - non è prodotto solo dalla lunga recessione economica, ma dalla riduzione dell’intensità carbonica del Pil: nel 2014 sono stati emessi circa 300 gCo2eq per produrre un euro di Pil, contro i 400 gCo2eq per ogni euro di Pil del 2005".

Se questo trend sarà confermato, continua Ronchi, "le emissioni continueranno a calare anche nei prossimi anni in presenza di una ripresa economica. E’, infatti, in corso un mutamento strutturale del sistema energetico italiano, prodotto dall’aumento sia dell’efficienza energetica e sia delle fonti energetiche rinnovabili”.

merito della domanda di gas naturale e dei consumi di carbone in calo

Alla base del calo delle emissioni stimato dalla Fondazione, la domanda di gas naturale in diminuzione: secondo le stime del Mise è scesa da 70 a meno di 62 miliardi di mc (-12%). Significativo anche il calo nei consumi di carbone che, secondo l’Unione petrolifera, nel 2014 avrebbero subito una flessione di circa il 7%. Tengono i consumi di prodotti petroliferi, calati di meno del 2%.

“Su tali dinamiche hanno inciso le politiche in favore dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili - osserva Andrea Barbabella, responsabile energia della Fondazione - in particolare, nel settore della produzione elettrica, le stime preliminari di Terna indicano un aumento consistente del contributo dell’idroelettrico, da 54 a 58 TWh (+7,5%) grazie anche ad una annata favorevole, e del fotovoltaico, da 21,2 a 23,3 TWh (+10%)".

Annata nera invece per l’eolico che, con poco più 100 Mw di nuova potenza installata, a fronte degli oltre mille Mw/anno che hanno caratterizzato in media gli anni precedenti, ha risentito di interventi normativi avversi più volte condannati dalle associazioni del settore.

Ronchi, impegni volontari di riduzione non sufficienti

Ipotizzando una crescita moderata delle biomasse, per le quali non si dispone di dati aggiornati, e scontando la componente non rinnovabile dell’idroelettrico (quello da pompaggi), si può prevedere una produzione rinnovabile tra 110-115 TWh, pari a oltre il 42-43% della produzione nazionale e al 36-37% del fabbisogno elettrico.

Ma quello che ci siamo lasciati alle spalle è stato un anno da record, con la concentrazione di Co2 in atmosfera che ha sfondato la soglia dei 400 ppm, la temperatura media più alta di sempre, la continua crescita delle emissioni globali di gas serra, oramai ben oltre le 50 miliardi di tonnellate di Co2eq. Un’accelerazione simbolo, per la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, dell’inadeguatezza dell’impostazione del Protocollo di Kyoto.

“A livello internazionale – dice Ronchi- si è deciso di seguire la strada degli impegni volontari di riduzione ma questi, come certificato dall'Unep, sono al momento insufficienti a portare al dimezzamento delle emissioni necessario da qui al 2050. Ciononostante è ancora possibile puntare su un nuovo accordo internazionale positivo ed efficace , agendo su tre elementi chiave”.

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