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Ambiente: vola la green economy italiana, pronti per un 2015 solido

26 febbraio 2015 | 10.01
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Dai rifiuti al risparmio di materia, dalla produzione di energia da fonti rinnovabili all'aumento di produttività: la green economy vola e si lascia alle spalle un anno che ha gettato basi solide. La fotografia del settore in Ambiente Italia 2015.

Ambiente: vola la green economy italiana, pronti per un 2015 solido

Dopo l'ok della Commissione europea sui conti, un'altra buona notizia per l’Italia che si presenta nel 2015 con solide basi per avviare una ripresa “verde” dell’economia e dei consumi. Nel 2014 gli oltre 600.000 impianti a fonti rinnovabili diffusi in ogni comune hanno garantito il 37% dei consumi, e in 1.328 comuni italiani è stato superato il 65% di raccolta differenziata, con anche grandi comuni come Milano oltre il 50% e risultati eccellenti in molti comuni meridionali piccoli e grandi, come Salerno.

Un'economia verde made in Italy forte e in crescita che si piazza bene anche nel confronto Ue: tra 2004 e 2014 in tema di risparmio di materia l'Italia ha ridotto i consumi del 32% a fronte di una media europea del 15%; abbiamo reso le risorse più produttive del 40% (media Ue +25%); la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili si attesta al 44% nel 2014, mentre era il 39% nel 2013, solo la produzione da fotovoltaico è centuplicata dal 2008; e nel recupero industriale di rifiuti, il nostro paese è secondo dopo la Germania per valori assoluti, primo per valori pro capite).

A fotografare lo stato dell'economia verde è l’edizione 2015 del Rapporto di Legambiente “Ambiente Italia” a cura di Duccio Bianchi e Edoardo Zanchini (Edizioni Ambiente).

Buone notizie per il nostro Paese che, nonostante la crisi, resta il secondo produttore manifatturiero d’Europa dopo la Germania, pieno di eccellenze e non solo quelle scontate nell’immaginario collettivo. Ma, secondo gli autori di Ambiente Italia, siamo a un passaggio cruciale, perché il cambiamento realizzato in questi anni va accompagnato con investimenti in interventi, certezze, trasparenza delle procedure, legalità.

E nella prospettiva di sviluppo non bisogna dimenticare le contraddizioni tutte italiane: quadro sociale in declino, crescita preoccupante delle disuguaglianze, della povertà, della deprivazione culturale, con il più basso tasso di istruzione universitaria in Europa e una presenza di giovani "neet" (Not engaged in Education, Employment or Training) tra 15 e 29 anni, seconda solo alla Grecia e pari a tre volte la Germania, mentre il Mezzogiorno da solo è in assoluto il primo in classifica in Europa.

Ma per contro, i cittadini sono pronti a cambiare stile di vita, nella mobilità come nell’alimentazione: lo dimostrano il successo delle biciclette, quello del biologico e dei prodotti a filiera corta. E ancora il crescente numero di comuni rinnovabili, comuni ricicloni, alberghi ecologici. C'è un Paese, insomma, che reagisce e che sta già costruendo l’Italia del futuro.

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