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Animali: in Africa piantagioni industriali minacciano habitat scimmie

20 marzo 2015 | 16.21
LETTURA: 3 minuti

A lanciare l'allarme, alla vigilia della Giornata internazionale delle foreste, promossa per il 21 marzo dalle Nazioni Unite, è Greenpeace

A rischio l'habitat di specie molto rare di primati minacciati dall’espansione di piantagioni industriali. A lanciare l'allarme, alla vigilia della Giornata internazionale delle foreste, promossa per il 21 marzo dalle Nazioni Unite, è Greenpeace che torna a denunciare i pericoli in Africa centrale. (Foto)

Alcune immagini satellitari, in possesso di Greenpeace Africa, mostrano come più di 3 mila ettari di foresta pluviale al confine con la Riserva faunistica di Dja, nella regione Sud del Camerun, siano già stati distrutti per far spazio a coltivazioni di caucciù e olio di palma in concessione alla società cinese Hevea Sud. La riserva è patrimonio mondiale dell'Unesco e ospita gorilla, scimpanzé e mandrilli.

Un'indagine condotta nello scorso mese di dicembre proprio da Greenpeace Africa ha inoltre rivelato che la società camerunense Azur sta puntando a convertire in piantagione di palma da olio una vasta area della fitta foresta nella regione Littoral ​del C​amerun. Gran parte di questa è adiacente alla foresta di Ebo, dove dovrebbe essere istituito un parco nazionale e dove vivono numerosi mammiferi, come gli elefanti di foresta, e svariate specie di primati a rischio estinzione.

Tra questi, il drillo, un esemplare di scimmia molto rara, che è possibile trovare soprattutto in Camerun, e la sottospecie di scimpanzé “Nigeria-Camerun”, uno dei primati più minacciati al mondo a causa della distruzione del suo habitat per disboscamento illegale, del bracconaggio, del commercio della carne di animali selvatici e degli effetti del cambiamento climatico.

Le concessioni ad aziende agroalimentari su scala industriale, spesso di proprietà estera, sono assegnate nell’Africa occidentale e centrale senza una vera e propria pianificazione territoriale. Ciò può causare conflitti sociali – quando la deforestazione avviene senza il preventivo consenso delle comunità locali - e può avere impatti molto negativi sulle specie in via di estinzione che appartengono a quell’ecosistema, dato che molte concessioni vanno ad accavallarsi in aree forestali ad alto valore di biodiversità.

Il bacino del Congo è la seconda area di foresta pluviale più vasta al mondo. Il suo ecosistema ricco e variegato fornisce cibo, acqua potabile, riparo e medicine per decine di milioni di persone. La conservazione di queste foreste è di vitale importanza nella lotta contro il cambiamento climatico. Ma l'area a rischio è in aumento, minacciata della crescente domanda globale di risorse, dalla corruzione e dalla scarsa applicazione della legge.

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