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Rinnovabili: biometano da rifiuti organici, al via il prototipo

27 aprile 2015 | 15.23
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La nuova tecnologia "Smart upgrading" sviluppata dai ricercatori del dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano-Bicocca, “lava” il biogas eliminando la Co2 per ottenere metano

Rinnovabili: biometano da rifiuti organici, al via il prototipo

Produrre biometano dai rifiuti organici con costi inferiori a quelli attuali utilizzando composti a basso impatto ambientale in grado di catturare la Co2. Tutto questo grazie a un nuovo impianto per la produzione di biometano da immettere in rete e da utilizzare per dare gas, luce e riscaldamento a circa 5mila abitazioni del territorio, per un controvalore economico di 3,5milioni di euro. S

Si chiama Smart upgrading la nuova tecnologia pulita sviluppata dai ricercatori del dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano-Bicocca che “lava” il biogas eliminando la Co2 per ottenere metano. La sperimentazione è avvenuta nella ex discarica di Cem Ambiente a Cavenago Brianza e ha dato risultati positivi. Ora si parte con la realizzazione di un prototipo di impianto industriale che sarà pronto per l’estate.

“Smart upgrading” è una tecnologia, sperimentata con un piccolo impianto prototipo, che consente il “lavaggio” del biogas ottenuto dalla fermentazione dei rifiuti della ex discarica.

Rispetto alle tecnologie tedesche e statunitensi attualmente impiegate in questo campo, ha il vantaggio di lavorare con una sostanza di trasformazione biodegradabile e dal costo contenuto, e di richiedere, per il suo funzionamento, una quantità di energia molto bassa, producendo un gas made in Italy.

L’impianto pilota lavora attraverso un particolare “lavaggio” del biogas, in grado di trattenere solo le impurezze indesiderate lasciando fluire liberamente il metano pulito. In questo modo si ottiene un gas di qualità paragonabile, se non superiore, al metano che l’Italia acquista dalla Russia e dal Nord Africa.

Si stima che il biometano prodotto dal trattamento di tutti i rifiuti organici e scarti vegetali sarebbe in grado di coprire più del 20% del fabbisogno nazionale con un notevole risparmio per le casse dello Stato. E tutto nel pieno rispetto degli impegni per la riduzione del gas serra.

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