cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 21:37
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Caldo: pomodoro, pesche, uva a rischio con alte temperature/Focus

23 luglio 2015 | 14.54
LETTURA: 3 minuti

Infophoto
Infophoto

“Così come le alte temperature hanno conseguenze sugli esseri umani, la stessa cosa succede per le coltivazioni”. E' questo il primo dato da tenere presente quando si parla dell'impatto che questo lungo luglio rovente può avere sulla biodiversità e sulle colture. Lo chiarisce subito Domenico Mastrogiovanni del dipartimento economico della Cia, la Confederazione Italiana Agricoltori.

Cosa succede? La prima conseguenza di questa situazione climatica che va avanti ormai da più di due settimane “è un incremento di costi e un calo di prodotto a causa di tempi di maturazione più brevi rispetto alla media. Bisogna muoversi in fretta e questo può tradursi in una offerta maggiore rispetto alla richiesta e incidere sui prezzi”, spiega Mastrogiovanni.

Ad essere più a rischio sono le coltivazioni a pieno campo, gli ortaggi, i pomodori in particolare, tutta la frutta che sta arrivando a maturazione (pesche, pere) e l'uva. “Con il caldo eccessivo si verifica una modifica del percorso produttivo – spiega Mastrogiovanni - il processo di maturazione si accorcia e bisogna tenerlo presente soprattutto per alcune coltivazioni, bisogna muoversi in fretta perché il prodotto si degrada velocemente e una pesca nettarina bruciata o troppo matura non viene acquistata né dal consumatore né dal sistema industriale”.

Criticità ancora più gravi nelle aree in cui scarseggia la risorsa idrica perché con queste temperature bisogna irrigare di più. “Questi picchi di temperatura si ripetono ormai con una certa periodicità, ed è per questo che negli ultimi 10 anni si è passati all'irrigazione a goccia che consente di fornire la giusta quantità di acqua senza gravare troppo sulla risorsa. In questo l'Italia, anche grazie alle coltivazioni di tipo mediterraneo, ha dimostrato una capacità di adattamento notevole”.

Ma il caldo minaccia anche altre produzioni perché ha un forte impatto sia sugli animali da macello, per i quali si riduce la capacità di ingrasso, sia su quelli da latte nei quali si verifica un calo della resa. “Un animale che normalmente produce 15 litri a munta può non arrivare a produrne 10”, conclude Mastrogiovanni.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza