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Papa: Wim Wenders, 'Laudato si' tra i documenti più importanti del secolo

23 novembre 2015 | 13.11
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"Mentre leggo l'enciclica Laudato si' sono pienamente consapevole che si tratta di uno dei documenti più importanti di questo XXI secolo ancora giovane, sia a causa del suo autore, Papa Francesco, sia per il tema: l'insopportabile sofferenza del pianeta". Così il regista, scrittore e fotografo tedesco Wim Wenders interviene nel forum lanciato dal Fai (Fondo Ambiente Italiano) sul proprio sito, dedicato all’Enciclica di Papa Francesco.

Wenders, che nelle sue opere ha più volte affrontato il tema dell’ambiente, è colpito dal tono convincente del messaggio: "Mi coinvolge nel profondo, tanto che non riesco a interrompere la lettura. E poi mi rendo conto che ciò che mi colpisce, ciò che mi tocca di più in questo testo è il tono! Il modo in cui penetra con dolcezza nella mia mente trascinandomi pian piano... Non è come leggere un testo teorico o pedagogico, somiglia molto più a una lettera personale, che mi è stata indirizzata da un amico intimo (e molto competente)".

"La complessità e la determinazione del ragionamento sono trascinanti e ci uniscono in un'unica convinzione: ora o mai più! Il danno arrecato alla Terra è un danno fatto a noi stessi. È a noi stessi che stiamo facendo del male, nel lungo periodo (e anche nel breve)".

"Papa Francesco ha soprattutto messo in chiaro una cosa - scrive ancora Wenders - a voi, a noi, a me: la sofferenza dei poveri non può essere disgiunta e considerata una questione separata dalla sofferenza del pianeta. Le due cose si appartengono e devono essere risolte insieme".

"Siamo i custodi dei nostri fratelli e abbiamo il compito di aver cura, della natura, degli animali e della vita sulla Terra, non di sfruttarli. Per una volta, in questa Enciclica, la fede non è qualcosa che porta i cristiani a trascendere in qualche modo il mondo e lasciarselo alle spalle, ma qualcosa che conduce dritto nel mondo, spingendo ad abbracciarlo e a difenderlo", sottolinea il regista tedesco.

Wim Wenders, che all’inizio del 2015 ha scelto un bene del Fai (Villa Panza a Varese) come sede della sua mostra fotografica dedicata ai paesaggi d’America, ha poi donato la sua installazione fotografica in cinque atti dedicata a Ground Zero, entrata a far parte del patrimonio della collezione permanente della villa. Il suo rapporto con la Fondazione continua, come dimostra questa testimonianza.

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