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Clima: Clini, a Cop21 puntare ad un accordo vincolante farà solo perdere tempo

03 dicembre 2015 | 09.51
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(Infophoto)
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La conferenza di Parigi sul clima verso il fallimento, come Copenhagen? Probabile, se si punta ad ottenere un accordo vincolante. Un approccio che rischia solo di far perdere tempo. Così Corrado Clini, ex ministro dell’Ambiente, spiega all’Adnkronos, quali sono i possibili scenari della Cop21. Secondo Clini, "il tema degli accordi vincolanti che stabiliscano l'ordine di emissione per ogni paese è molto complesso. E questo lo ha detto anche Obama, il premier indiano e il presidente cinese".

In sintesi "stiamo come a Copenhagen": l'Ue spinge per un accordo vincolante che "gli Usa non approverà mai perché interpreta come un'invasione alle politiche energetiche interne". L'approccio europeo, dunque, secondo l'ex ministro dell'Ambiente, "non avrà successo e, probabilmente, farà perdere molto tempo. Si continuerà una discussione che non porterà ad un risultato positivo".

La proposta di Obama, invece, che, secondo Clini, "potrebbe essere accolta anche da Cina e India, è fare in modo che ci sia un meccanismo di verifica per gli impegni che volontariamente ogni paese ha assunto e che ha già presentato". In pratica, "si tratta di un meccanismo che non prevede obblighi ma solo monitoraggio e contabilità nel merito delle emissioni". Una proposta sicuramente più realistica, ma che secondo Clini, "serve solo a tenere aperto il discorso e a valorizzare i paesi virtuosi. Ma senza meccanismi finanziari ed economici si resta appesi".

Le strade possibili, dunque, sono due: "o si mette in piedi un meccanismo concreto oppure si conferma quello che si dice dal 2010, ossia che non bisogna superare i 2 gradi centigradi". Cop21, però, "è solo un forum" e secondo Clini "non è il contesto adatto per queste decisioni. Questa conferenza sul clima dovrebbe dire che la prossima tappa sarà l'organizzazione mondiale del commercio dove si aprirà un tavolo negoziale per un dialogo che entri nel merito delle misure da adottare".

La ricetta dell'ex ministro dell'Ambiente è semplice: "migliorare le tecnologie da utilizzare nei propri paesi per aumentare la produzione di energia e ridurre le proprie emissioni". L'Organizzazione mondiale del commercio, dunque, "dovrebbe aprire la discussione su questi temi con due facilitazioni di base: abbattimento delle barriere tariffarie e introduzione a livello globale di regole per cui le imprese e le societa detentrici di tecnologie avanzate che le esportano in paesi terzi hanno benefici fiscali nel paese di origine".

Meccanismi tipo "eliminazione dell'iva o credito di imposta facilitano la cooperazione tecnologica". E non solo. Clini ritorna sulla carbon tax "per rendere meno competitivo l'uso dei combustibili fossili". Se non si fa questo, conclude l'ex ministro, "non se ne esce più" e il rischio è di trovarsi a fare i conti con delle dichiarazioni solo di principio.

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