Un marchio di garanzia che garantisca al consumatore che gli animali siano stati allevati in modo quanto più possibile naturale. Vale a dire all'aria aperta e non con metodi intensivi, regimi ipercalorici e in spazi modesti. E' quanto chiede una petizione lanciata due settimane fa su Change.org da Andrea Richaud e rivolta al ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, al presidente della Federconsumatori Rosario Trefiletti e al presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
L'istituzione di un marchio, tipo 'Allevamento rispettoso', "avrebbe diversi aspetti positivi: 1) ampliare il mercato a tutti coloro che, amanti degli animali e animati da senso etico, mal sopportano di acquistare prodotti derivanti dall'allevamento intensivo; 2) svincolare gli allevatori dalle pericolose dinamiche che oggigiorno dominano il mercato: produrre di più, vendere a meno, non importa come; 3) una maggiore qualità dei prodotti; 4) maggiore rispetto per gli animali che, per quanto destinati al macello, hanno il diritto di vivere una vita da 'animale' e non di tortura".
La petizione 'Allevamento rispettoso: alternativa all'essere vegetariani, tutela per gli allevatori' ha raccolto ad oggi più di 36mila firme e ha come obiettivo quota 50mila.