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Alimenti: dalle donazioni alla doggy bag, guerra agli sprechi a colpi di petizioni

05 febbraio 2016 | 12.19
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Alimenti: dalle donazioni alla doggy bag, guerra agli sprechi a colpi di petizioni

C'è chi chiede una legge che obblighi la grande distribuzione a donare gli alimenti invenduti e chi ne vuole una a sostegno della 'doggy-bag'. La guerra allo spreco alimentare ha tanti volti, compreso quello del web: sono più di 100mila gli utenti mobilitati su Change.org sul tema e tre le principali petizioni che è bene ricordare, nella Giornata contro lo spreco alimentare .

"C'è chi spreca e chi muore: approviamo una legge contro gli sprechi alimentari". Con più di 65mila firmatari, la petizione lanciata da Daniele Messina chiede una legge italiana "così come recentemente approvata in Francia, per imporre ai grandi supermercati e alla Grande Distribuzione Organizzata di donare il cibo invenduto ad organizzazioni di volontariato o mense per i poveri". Daniele sottolinea come "ogni anno nel mondo sono sprecate 1,3 miliardi di tonnellate di cibo perfettamente commestibile" e chiama tutti a mobilitarsi e sostenere la petizione.

"Doggy Bag: contro lo spreco alimentare" . Quasi 26mila persone sostengono l'idea di Corrado Finocchiaro per approvare una legge che obblighi "i ristoranti a offrire ai propri clienti la doggy bag. "Si tratta di "un contenitore per alimenti nel quale si possono raccogliere gli avanzi di un pranzo o di una cena al ristorante da poter portare a casa per consumarli successivamente". In Francia una legge simile è stata approvata il 1 gennaio 2016, con l'obiettivo di "dimezzare gli sprechi entro il 2025".

"Perché in Italia sia possibile mangiare nei mercati il cibo invenduto, come avviene nel resto d'Europa". Federico Francesco Ferrero, medico nutrizionista e vincitore dell'edizione 2014 di Masterchef, propone "l'approvazione di una legge che permetta di preparare, vendere e consumare cibo all'interno dei mercati italiani, a patto che sia realizzato in giornata, e con materie prime fresche, prive di conservanti e vendute all'interno dell'area mercatale". La legge italiana al momento vieta "che il cibo invenduto o in eccesso sulle bancarelle possa essere trasformato in semplici "piatti di strada", "cibi del mercato" da poter consumare in loco". La petizione ha raccolto più di 7mila firme.

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