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Mare: relitti affondati, tra opportunità e rischi

25 febbraio 2016 | 16.41
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In Italia 31mila navi abbandonate e 150 relitti, presentato Ddl

Mare: relitti affondati, tra opportunità e rischi

Affondare una nave di proposito (il cosiddetto "scuttling") può sembrare una stravaganza ma è un’iniziativa che può avere ricadute economiche e ambientali di rilievo. Il fondo del mare è disseminato di innumerevoli relitti e quelli raggiungibili dai subacquei costituiscono un'attrazione e diventano meta di turismo subacqueo generando posti di lavoro sia diretti che nell’indotto.

Aspetto talmente interessante che in molte nazioni navi, aerei, vagoni ferroviari sono stati affondati deliberatamente, a protezione dei fondali e per fornire nuovi siti di immersione in zone di mare compromesse o morfologicamente sfavorite. Negli Usa sono state affondate fino a oggi oltre 700 navi. A Malta, dove negli ultimi 20 anni sono stati affondati otto relitti, il 25% del Pil viene dall’industria turistica legata alle attività marittime e alla subacquea, grazie alla quale Malta è al terzo posto in Europa.

Operazione che ha anche i suoi aspetti negativi. Per i "no-scuttling", infatti, bisogna considerare l'impatto che ha l’introduzione di un corpo estraneo in qualunque ambiente e in mare in particolare. Al prossimo Eudishow 2016, la fiera italiana dedicata alla subacquea ricreativa (Bologna, 4-6 marzo), è in programma la conferenza organizzata dall’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee “Affondamento Volontario dei Relitti: facciamo il punto su una questione controversa”.

In Italia il turismo subacqueo rappresenta un’importante risorsa per lo sviluppo sostenibile delle nostre aree costiere, ma la carenza di strutture e di offerte per la subacquea ricreativa (la maggior parte dei relitti si trova su fondali a profondità inaccessibili al subacqueo medio) porta il flusso turistico lontano dalle nostre coste. Cercare di trovare una soluzione e mettere a confronto le varie opinioni e i pro e contro sulla questione è lo scopo del convegno del 5 marzo a cui parteciperanno i maggiori esperti italiani in materia: dai ricercatori, agli operatori dei diving center, dai biologi marini ai docenti universitari.

L’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee riunisce coloro che hanno ricevuto il Tridente d’Oro, premio considerato il “Nobel delle attività subacquee”. Rappresenta infatti il massimo premio d'eccellenza a livello mondiale che dal 1960 viene conferito per attività particolarmente meritorie svolte nelle attività subacquee scientifiche; tecniche, tecnologiche ed iperbariche; divulgative e artistiche, sportive ed esplorative.

Sono Tridente d’Oro oltre 180 personaggi famosi come Jacques-Yves Cousteau, Walt Disney, Folco Quilici, Jacques Piccard, Enzo Maiorca ma anche scienziati, ricercatori, pionieri, giornalisti e docenti meno noti al pubblico ma espressione di estremo valore nel loro settore.

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