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Animali: al rogo in Kenya oltre 100 tonnellate di avorio

29 aprile 2016 | 17.14
LETTURA: 3 minuti

Insieme a 1,5 t di corni di rinoceronte

Rangers del Kenya Wildlife Service (Xinhua)
Rangers del Kenya Wildlife Service (Xinhua)

Oltre 100 tonnellate di avorio, che sono costate la vita a 6-7mila elefanti, e circa una tonnellata e mezza di corni di rinoceronte confiscati al mercato illegale verranno bruciati sabato nel Nairobi National Park, in Kenya. Sarà il 34esimo rogo di avorio confiscato e il maggiore mai avvenuto nella storia recente. Circa 1.000 ospiti sono attesi alla cerimonia. L’evento è sostenuto dal Kenya Wildlife Service (Kws) e Stop Ivory, insieme all’Africa Wildlife Foundation, Save the Elephants e molte altre organizzazioni.

Il messaggio è chiaro: il traffico illegale di prodotti di natura come avorio, corni, pelli di animali protetti come tigri e scimmie, deve essere contrastato e deve essere scoraggiato l’acquisto di prodotti che provengono dal mercato nero di natura. Eliminare gli stock di avorio confiscato è anche un deterrente contro il possibile commercio illegale di questo materiale intercettato dai controlli e dalle indagini portate avanti dal governo africano.

Il Wwf segnala che i branchi di elefanti continuano ad essere decimati dal bracconaggio per il commercio di avorio: ogni anno spariscono sotto i colpi di fucile oltre 30mila elefanti africani, mentre il commercio di corni di rinoceronte sta portando questi animali alla rapida estinzione. Nella Repubblica Democratica del Congo la popolazione di elefanti è scesa a meno di 20mila capi dai circa 200mila degli anni ’60. Altre aree ‘critiche’ per questa specie sono l’Africa centrale, la Tanzania (60% di perdite in 5 anni) e il Mozambico (50% in 5 anni).

Il giro di affari globale del mercato illegale di natura da oltre 23 mld dollari all’anno

Il Wwf sarà presente all’evento, accanto alle istituzioni nazionali, con il direttore generale del Wwf Internazionale Marco Lambertini insieme ai responsabili di progetto del Wwf in Africa. Il primo evento del genere è stato organizzato nel 1989 proprio in Kenya: all’epoca vennero bruciate 11mila tonnellate di avorio grezzo. Altri roghi sono avvenuti in vari Paesi tra cui Taiwan, Zambia, Giappone, Gabon, Filippine, Stati Uniti, Cina, Francia, Ciad, Belgio, Repubblica del Congo e anche in Italia nelle scorse settimane, quando è stata bruciata una tonnellata di avorio nel cuore di Roma.

"I roghi di avorio ovviamente non sostituiscono gli sforzi necessari sul campo per contrastare il bracconaggio e i crimini di natura, ma rappresentano comunque una buona occasione per lanciare a livello globale un messaggio simbolico sullo sforzo che alcuni governi, soprattutto africani, stanno facendo per fermare la distruzione delle popolazioni di elefanti e rinoceronti", ha dichiarato Isabella Pratesi, direttore conservazione WWF Italia.

Il Wwf è impegnato nella lotta ai crimini di natura al livello mondiale sia con il proprio ufficio Traffic, che indaga sul commercio illegale di specie protette, sia con progetti di conservazione e tutela. Il giro di affari legato al commercio illegale di natura nel mondo vale oltre 23 miliardi di dollari all’anno. Crimini che, soprattutto in Africa, alimentano anche guerre e terrorismo, fenomeni che colpiscono ancora le popolazioni locali, private sia della loro risorsa primaria, la natura, sia della loro libertà e sicurezza. La lotta al bracconaggio è una delle priorità mondiali segnalate anche dall’Onu in una recente dichiarazione congiunta con organismi di security mondiale.

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