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Mare: caccia alle specie aliene, in 4 porti dell'Adriatico trovate 91 specie

14 luglio 2016 | 13.56
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Mare: caccia alle specie aliene, in 4 porti dell'Adriatico trovate 91 specie

E' caccia alle specie aliene nei mari italiani. L'Adriatico è il mare italiano con il più elevato numero di specie non indigene, in particolare nella sua parte nord. Ben 91 specie aliene, nove delle quali potenzialmente nocive, sono state individuate in quattro porti presi in esame in Italia: Bari, Trieste, Venezia e Ancona. Solo nel porto di Bari, il monitoraggio sulla componente bentonica, vale a dire degli organismi che vivono associati al fondo, ha permesso di individuare 11 specie non indigene su fondi duri, 3 specie non indigene di fondi mobili e 2 specie macroalgali aliene.

Tra questi organismi ci sono ad esempio il polichete Pseudopolydora vexillosa, finora trovato solo a Taiwan, il polichete Hydroides elegans, proveniente dall’Australia e il bivalve Anadara transversa, probabilmente originario del Golfo del Messico, già segnalato in Adriatico a partire dal 2001 e considerato una delle peggiori specie invasive presenti nel Mediterraneo. (specie aliene in mare, come riconoscerle e cosa evitare)

I dati sono stati presentati oggi a Bari dall'Ispra in occasione dell'Infoday realizzato nell'ambito del progetto europeo Balmas (Ballast Water Management System for Adriatic Sea Protection). Il progetto, che si conclude a settembre, ha tra i suoi obiettivi quello di realizzare un sistema condiviso per il monitoraggio dei porti italiani, con l’obiettivo dell’individuazione proprio di specie aliene, e la messa a punto di un sistema di allerta che diffonda subito la notizia dell’avvistamento di queste specie.

Grazie a Balmas per la prima volta sono state condotte specifiche indagini nei porti per l’identificazione di specie non indigene e specie nocive. I porti investigati in Adriatico sono in tutto 12: quattro italiani, cinque in Croazia e uno in Slovenia, Montenegro e Albania. Sono stati effettuati anche campionamenti a bordo delle navi e messi a punto e testati nuovi protocolli operativi condivisi, incluso il sistema di Early Warning per le specie nocive in Adriatico, su cui Ispra ha collaborato strettamente con le Capitanerie di porto.

Questo ha l’obiettivo di consentire un intervento tempestivo ed efficace qualora specie non indigene o indigene nocive vengano rinvenute nei porti o aree limitrofe, evitando gravi conseguenze come quelle verificatesi lungo le coste peruviane agli inizi degli anni ’90, in cui le epidemie di colera sono state associate proprio agli scarichi di acque di zavorra.

Tra i partner di Balmas per l’Italia vi sono, oltre a Ispra, il Comando generale delle capitanerie di Porto, il Cnr-Ismar, l’Ogs e il Centro Ricerche Marine di Cesenatico. Il ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è partner associato, L’Arpa Puglia ha attivamente partecipato alle indagini nel porto di Bari, in collaborazione con Ispra.

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