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Mare: specie aliene, come riconoscerle e a cosa fare attenzione

14 luglio 2016 | 17.05
LETTURA: 3 minuti

Immagine tratta dal Quaderno della Pesca Ispra
Immagine tratta dal Quaderno della Pesca Ispra

Pesce palla maculato, ma non solo. Ci sono anche il pesce coniglio, il pesce flauto dai puntini blu, il pesce pappagallo, e poi granchi, molluschi, alghe. Sono gli alieni dei nostri mari , specie non indigene ma arrivate da luoghi trasportate dalle navi, importate dall’uomo, in migrazione attratte dall’innalzamento della temperatura delle acque. E alcune di queste specie, a dispetto dei nomi evocativi, possono essere potenzialmente nocive, pericolose non solo per l'ecosistema marino ma anche per l'uomo.

Partiamo proprio dal Lagocephalus Sceleratus, il famigerato pesce palla maculato. Non commestibile, tossica al consumo e potenzialmente mortale, questa specie si è meritata una campagna ad hoc e un'indirizzo mail dedicato per le segnalazioni (pescepalla@isprambiente.it). Da tenere a distanza, non perché sia velenoso al contatto, ma perché morde. Come riconoscerlo? Si distingue facilmente per la presenza di macchie scure sul dorso e per una banda argentea che corre su entrambe i fianchi.

Anche il pesce coniglio sia bruno (Siganus Luridus) che striato (Siganus Rivulatus), ha delle spine velenose e può infliggere punture dolorose; si tratta di una specie altamente invasiva. Attenzione anche al pesce serra (Pomatomus Saltatrix) dai denti taglienti, il pericolo maggiore se ci si imbatte in questo pesce sono i morsi.

Pesci ma non solo. La lepre di mare dagli anelli è un mollusco gasteropode opistobranco appartenente all ordine degli anaspidei, una grande lumaca senza conchiglia che può raggiungere i 20 cm di lunghezza Se disturbata, la lepre di mare dagli anelli può emettere un liquido viola repellente. La Caulerpa cylindracea è un’alga verde altamente invasiva. Si riconosce per la struttura delle fronde e per la forma a ‘pallini’ dei ramuli. Alcune specie di caulerpa vengono utilizzate per fini alimentari in paesi come il Giappone o nella cucina indonesiana, ma queste alghe producono sostanze quali caulerpina e caulerpicina che le rendono leggermente tossiche al consumo. Se ne sconsiglia quindi l’utilizzo per fini alimentari.

"Per la scienza e per i ricercatori è sempre più importante la partecipazione pubblica, soprattutto da parte dei pescatori che sono i primi a intercettare questi nuovi arrivi", spiega all'Adnkronos Ernesto Azzurro, ricercatore dell'Ispra e curatore del Quaderno della Pesca che contiene le informazioni su alcune di queste specie aliene, ma anche un questionario che i pescatori sono invitati a compilare in caso di avvistamento, insieme ad alcuni contatti a cui fare riferimento e i contatti di riferimento.

Una chiamata alla partecipazione, quindi, per mappare e quantificare il fenomeno, non solo delle specie aliene ma anche delle specie indigene in aumento o declino. Il quaderno sarà presto distribuito alle marinerie adriatiche.

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