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Animali: Wwf, sono 27 le aree ad alto 'tasso' di bracconaggio

03 ottobre 2016 | 18.58
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Animali: Wwf, sono 27 le aree ad alto 'tasso' di bracconaggio

Sono 27 le aree ad alto 'tasso' di bracconaggio, comprese quelle marine. Lo denuncia il Wwf alla vigilia della giornata a San Francesco. "L’Italia - affermano gli ambientalisti - non fa onore al Cantico delle Creature visto il numero di animali protetti abbattuti e la rarità di alcune specie bersaglio del bracconaggio, come la rarissima aquila di Bonelli", ferita in questi giorni in Sicilia e recuperata dal Wwf locale.

Nel suo ultimo dossier '#FurtodiNatura: storie di bracconaggio Made in Italy', presentato in questi giorni, il Wwf segnala anche "una preoccupante 'area grigia' tra caccia e bracconaggio: in un territorio già provato da cementificazione, perdita di habitat naturali, inquinamento e cambiamenti climatici, l’attività venatoria (compresa quella legale) rappresenta l’ennesima gravissima aggressione alla fauna selvatica".

"Il territorio 'aperto' alle doppiette è molto ampio - afferma il Wwf - 75/80% di quello nazionale; i cacciatori possono entrare anche nei terreni privati senza alcun permesso del proprietario. Quasi l’80% degli illeciti viene commesso durante la stagione venatoria, malgrado questa duri solo 4 mesi".

La proposta: inserire nella normativa 'Delitto di uccisione di specie protetta'

"La 'malacaccia' si esprime in una varietà infinita di pratiche: abbattimento di specie protette, caccia in aree protette o in periodi non consentiti, con trappole e richiami o con tecniche vietate. I reati a danno della fauna selvatica sono compiuti per il 78% dai cacciatori, mentre il 19% dei casi si tratta di bracconieri tout court, ovvero, privi di licenze", fanno sapere gli ambientalisti.

Una novità positiva - segnala il Wwf - è la recente modifica della Legge sulla caccia che obbliga i cacciatori a segnare gli animali appena abbattuti, un sistema che consente di conoscere la vera consistenza del prelievo venatorio. Il Wwf Italia ha elaborato una proposta di legge proponendo il 'Delitto di uccisione di specie protetta', con pene sia detentive che pecuniarie più severe e adeguate alla gravità.

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