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Clima: l'agricoltura che assorbe Co2, a Marrakech quella 'conservativa'

17 novembre 2016 | 18.18
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 - (Foto Fotolia)
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Incoraggiare gli agricoltori a 'coltivare anidride carbonica' per aiutare i Paesi a raggiungere gli obiettivi climatici: è il messaggio lanciato dalla conferenza del Gcan (The Global Conservation Agriculture Network) che nell'ambito di Cop22 ha riunito agricoltori e ricercatori che utilizzano e si occupano di agricoltura conservativa.

L’agricoltura conservativa riduce le emissioni di carbonio, eliminando l’aratura dei terreni, in modo da mantenere al suo interno preziosi nutrienti. In più, combinando la semina su sodo con colture di copertura e la rotazione delle colture, il suolo può agire come un pozzo di carbonio, assorbendo il carbonio in eccesso dall'atmosfera.

La semina a sodo, infatti, permette al terreno di assorbire l’anidride carbonica e di trattenerla, inoltre produce meno emissioni rispetto all’agricoltura tradizionale. Solo nel 2015, gli agricoltori di tutto il mondo hanno convertito 10 milioni di ettari (pari alla superficie del Portogallo) all’agricoltura conservativa, riducendo le emissioni di Co2 nell’atmosfera di quasi 20 milioni di tonnellate.

Ad oggi, 200 milioni di ettari di terreni vengono coltivati a livello globale con l’agricoltura conservativa, garantendo all’ambiente gli stessi benefici che deriverebbero dalla chiusura di 100 grandi centrali a carbone. In Italia sono circa 80-90mila gli ettari coltivati con questo metodo.

"L'agricoltura conservativa è una situazione ‘win-win’: permette agli agricoltori di aumentare la redditività e nello stesso tempo è fondamentale per ridurre la quantità di carbonio nell'atmosfera - spiega Benoit Lavier, agricoltore francese e membro del Gcan - Il passaggio all’agricoltura conservativa permette di assorbire una tonnellata di carbonio per ettaro di terreno ogni anno. Questo metodo di coltivazione riduce drasticamente le emissioni delle macchine agricole, migliora la qualità del suolo e della materia organica e protegge il terreno dall'erosione".

Eppure, solo il 4% delle aziende europee utilizza oggi metodi di agricoltura conservativa: il potenziale di risparmio di carbonio in Europa è pertanto enorme.

Questa settimana, un importante rapporto della Commissione europea ha suggerito che i sussidi agricoli europei potrebbero essere modificati "per incoraggiare gli agricoltori a 'coltivare anidride carbonica', oltre alle colture, vale a dire assorbire anidride carbonica dall'aria per riporlo nel terreno, arricchendo così la materia organica del suolo e nello stesso tempo rallentando il cambiamento climatico".

L'agricoltura conservativa può essere un importante asse per l’agricoltura sostenibile in Africa nei prossimi 30 anni. "Se gli agricoltori africani non si adatteranno, le rese agricole potrebbero diminuire del 20% entro il 2050. L’agricoltura conservativa non solo aiuta a ridurre l’anidride carbonica nell'atmosfera, ma aiuta anche a proteggere i mezzi di sussistenza degli agricoltori dall'impatto del cambiamento climatico", afferma Aziz Zine El Abidine, contadino marocchino e membro Gcan.

Per Maria Beatriz Giraudo, presidente di Gcan, “l'opportunità che offre l’agricoltura conservativa è enorme, sia per i Pesi sviluppati sia per quelli in via di sviluppo. Ed è una vittoria facile per i politici: alcuni semplici cambiamenti a costo zero sarebbero sufficiente ad aiutare i Paesi a raggiungere gli obiettivi climatici prefissi”.

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