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Clima: studio, agire contro global warming per salvare Grande barriera corallina

16 marzo 2017 | 13.49
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(Xinhua)
(Xinhua)

Agire subito contro il riscaldamento globale per salvare la Grande Barriera Corallina australiana. Sono le conclusioni di un nuovo studio, pubblicato su Nature, secondo il quale proteggere le barriere dalla pesca e migliorando la qualità dell'acqua non previene lo sbiancamento del corallo quando si verificano importanti aumenti della temperatura dell'acqua.

Secondo i ricercatori, gli eventi di sbiancamento non dovrebbero essere più studiati singolarmente dal momento che sono una minaccia alla sopravvivenza della barriera. "Il riscaldamento globale è la minaccia numero uno per la barriera corallina - afferma il co-autore David Wachenfeld del Parco marino della Grande barriera corallina - Lo sbiancamento che si è verificato nel 2016 rafforza fortemente la necessità urgente di limitare il cambiamento climatico, come concordato dai leader mondiali nell'Accordo di Parigi".

Lo scorso anno la barriera, la più larga struttura corallina esistente sulla Terra - ha visto uno sbiancamento senza precedenti a causa di un temporaneo aumento della temperatura del mare fino a 4 gradi. Questo ha provocato lo sbiancamento nel 90% dei coralli della barriera e la morte di più del 20%. Al Nord, due terzi dei coralli sono morti.

"E' stato il terzo maggior episodio che ha colpito la Grande Barriera Corallina dopo le più recenti ondate di calore del 1998 e del 2002. Ora ci stiamo attrezzando per studiare la potenziale numero '4'", afferma Terry Hughes, professore a capo dell'Arc Centre of Excellence for Coral Reef Studies.

Secondo i ricercatori, l'impronta cumulativa e sovrapposta dei tre eventi di sbiancamento di massa ha ormai abbracciato praticamente tutta la Grande Barriera Corallina. Hughes ha spiegato che non ci sono prove, guardando alle esposizioni passate, che suggeriscano che "lo sbiancamento renda la barriera corallina più resistente".

La scorsa settimana le autorità del Parco marino hanno riferito che la barriera sta affrontando per il secondo anno consecutivo uno sbiancamento di massa e che si tratta della prima volta in cui non trascorrono alcuni anni tra un evento e l'altro che ne consentano il recupero. Per gli scienziati, infatti, occorrono cinque anni per riprendersi dopo un singolo evento.

Lo sbiancamento è causato dalla morte di alcuni organismi viventi, o alghe, all'interno del corallo. Può essere innescata da piccole variazioni delle condizioni ambientali come, ad esempio, un aumento della temperatura del mare. La perdita delle alghe colorate fa quindi diventare bianco il corallo.

La Grande Barriera Corallina è una delle principali attrazioni turistiche dell'Australia e genera cinque miliardi di dollari australiani (3,9 miliardi di dollari) di reddito annuo. La barriera si appresta anche a perdere lo status di patrimonio mondiale dell'Unesco, che ha guadagnato nel 1981. Un comitato delle Nazioni Unite dovrà decidere entro luglio se classificare la regione come "in pericolo".

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