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Olio di palma? Solo se è sostenibile. Il parere del parlamento Ue

05 aprile 2017 | 12.07
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Olio di palma? Solo se è sostenibile. Il parere del parlamento Ue

Con 640 voti favorevoli, 18 contrari e 28 astensioni il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che chiede alla Commissione europea di introdurre un sistema di certificazione unico per l’olio di palma che entra nel mercato UE e di eliminarne gradualmente l'utilizzo nelle miscele di biocarburanti. L’obiettivo è di contrastare l’impatto non sostenibile della produzione dell’olio di palma che porta alla deforestazione e al degrado dell’habitat, in particolare nel sud-est asiatico.

“Vogliamo un dibattito aperto con per avere una produzione di olio di palma sostenibile, senza abbattere foreste e con condizioni dignitose per quanto riguarda i diritti umani”, ha dichiarato la relatrice Kateřina Konečná.

“Questa è la prima relazione del Parlamento europeo su questo tema e spetta alla Commissione come sostenerla. Non possiamo ignorare il problema della deforestazione, che minaccia l'accordo globale Cop21 sui cambiamenti climatici e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”, ha aggiunto.

I deputati hanno fatto notare che il 46% dell’olio di palma importato dall’Ue è utilizzato per produrre biocarburanti che richiedono l’uso di circa un milione di ettari di suolo tropicale. Per questo hanno chiesto alla Commissione di prendere misure per eliminare progressivamente l’uso di oli vegetali, incluso l’olio di palma, usati come componente dei biocarburanti che sono causa di deforestazione, possibilmente entro il 2020.

Oltre ad un sistema unico di certificazione che garantirebbe l'entrata sul mercato europeo del solo olio di palma sostenibile, i deputati europei chiedono alla Commissione di migliorare la tracciabilità dell’olio di palma importato e considerare l’applicazione di differenti dazi che riflettano accuratamente i costi reali, almeno finché non verrà applicato lo schema unico di certificazione.

Il Parlamento chiede anche di avviare campagne informative rivolte ai consumatori per spiegare gli impatti positivi dal punto di vista ambientale, sociale e politico della produzione sostenibile di olio di palma. Infine, i prodotti contenenti olio di palma devono essere immediatamente riconoscibili dai consumatori mediante un simbolo da riportare sul prodotto o sull'imballaggio o facilmente accessibile attraverso funzionalità tecnologiche.

Questo approccio, secondo l'eurodeputato Alberto Cirio, metterebbe fine ad una comunicazione "fino ad oggi enfatizzata e strumentalizzata senza fondamenti scientifici", promuovendo "una campagna di informazione più seria". Con questo voto, spiega Cirio, "il parlamento europeo ha riaffermato la volontà di far sì che in Europa entri solo l'olio di palma rispettoso dell'ambiente e certificato che è possibile produrre nel mondo olio di palma sostenibile".

In Italia e in Europa, sottolinea l'eurodeputato Elisabetta Gardini, "ci sono già delle aziende che certificano di usare solo olio di palma proveniente da coltivazioni sostenibili, ma si tratta di atti volontari. Noi vogliamo invece che questo sistema diventi obbligatorio”.

Secondo Giuseppe Allocca, presidente dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile, "con questo atto si conferma che l’olio di palma sostenibile esiste e che l’unica soluzione è puntare solo su quello 100% certificato, così come ormai da anni fanno le aziende che aderiscono all’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile”.

Nella sua risoluzione il Parlamento Europeo "ha riconosciuto gli sforzi e i progressi compiuti a utilizzare olio di palma certificato sostenibile e ha invitato tutti gli altri settori industriali che utilizzano olio di palma ad approvvigionarsi solo con prodotto certificato".

Applaude al parlamento europeo anche la Ferrero secondo cui una filiera di olio di palma completamente sostenibile sarà possibile solo attraverso il dialogo multilaterale e una cooperazione che coinvolga tutti gli stakeholder.

In particolare, sulla risoluzione votata dal Parlamento, Ferrero concorda sulla necessità di rigorosi standard di certificazione per l'olio di palma e ritiene molto positivo quanto riconosciuto ufficialmente dal Parlamento Europeo, ossia che “sono già disponibili affidabili procedure standard per giudicare un olio di palma prodotto responsabilmente, tra le quali quelle sviluppate dal Palm oil innovation group (Poig)” di cui Ferrero è membro dal 2015.

Secondo Coldiretti, negli ultimi dieci anni le importazioni in Italia di olio di palma sono triplicate (+212%) e nel 2015 hanno raggiunto il quantitativo di oltre 1,6 miliardi di chili. Nella stessa analisi, si evidenzia che per la prima volta c'è stato un calo del 10% nei primi sette mesi del 2016 rispetto all’anno precedente.

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